Principale Rubriche Educhiamoci ad essere civili Crotone, notte di violenza e omertà: educare alla responsabilità è un’urgenza civile

Crotone, notte di violenza e omertà: educare alla responsabilità è un’urgenza civile

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani osserva con profondo sconcerto quanto accaduto nella notte tra il 15 e il 16 giugno a Civitanova Marche, dove una rissa tra minorenni, in buona parte appartenenti a gruppi eterogenei e con situazioni familiari e culturali complesse, ha trasformato il lungomare – luogo per eccellenza della socialità e del tempo libero – in un teatro di panico, saracinesche abbassate e fughe nel buio.

Non ci sorprende il fatto in sé, quanto la sua prevedibilità. Perché ciò che è accaduto è il prodotto di un processo già in atto: una lenta, costante erosione del senso di comunità, del presidio educativo e della fiducia tra generazioni.

Non è questione di “baby gang” o di “giovani stranieri” come troppo spesso viene liquidato il fenomeno. È questione di spazi educativi svuotati, di parole che non arrivano, di adulti — tutti: insegnanti, genitori, istituzioni, media — che hanno smesso di ascoltare e, talvolta, anche di parlare. Quando le strade diventano palestre di sopraffazione, è perché altrove abbiamo rinunciato a costruire relazioni di senso.

Come CNDDU riteniamo che i fatti di Civitanova Marche pongano una domanda chiara: che tipo di adulti vogliamo essere per questi ragazzi? È comodo incolparli, più difficile assumerci la responsabilità di averli lasciati soli in un mondo che spesso li tratta come un problema prima ancora che come persone.

Non basta invocare più forze dell’ordine. Serve un presidio culturale:

  • un ritorno all’Educazione civica e della legalità come spazio reale di confronto, non solo curricolare;
  • la creazione di alleanze educative scuola–territorio–famiglie, capaci di intercettare il disagio prima che diventi emergenza;
  • progetti di cittadinanza attiva che trasformino i ragazzi in protagonisti e non in sorvegliati speciali;
  • percorsi che affrontino il nodo della multiculturalità non come “problema da gestire”, ma come risorsa da comprendere e valorizzare.

La violenza non nasce dal nulla. È sempre il frutto di assenze.

Assenza di ascolto, di opportunità, di fiducia, di luoghi sicuri in cui sperimentarsi.
Quando questi vuoti si sommano, la strada diventa l’unica scuola disponibile. Ma è una scuola che non insegna né il rispetto né la convivenza.

Civitanova Marche non è sola in questo. Sta succedendo in molte città. Ma è proprio nei momenti di crisi che si misura la tenuta etica di una comunità. Chiediamo quindi alle istituzioni locali e nazionali di considerare questi episodi non come fatti isolati da reprimere, ma come tracce evidenti di un disagio che va accolto, interpretato e trasformato.

 Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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