Principale Ambiente & Salute La gestione dei rifiuti e il costo della Tari a Taranto

La gestione dei rifiuti e il costo della Tari a Taranto

Un confronto scomodo: Taranto e il costo della Tari

Mentre il sindaco Piero Bitetti si appresta al giuramento il 17 giugno 2025, i cittadini di Taranto si trovano ad affrontare una realtà ben diversa: un aumento significativo della Tari, che rende questa tariffa urbana tra le più alte d’Italia. Perché una città come Milano, dove una famiglia di quattro persone in un appartamento di 90 metri quadri paga circa 290 euro, vede costi inferiori rispetto a Taranto, dove si spende più del doppio?

Questa domanda solleva interrogativi sulla gestione dei rifiuti e sulle inefficienze strutturali che gravano sui tarantini.

Un problema di gestione

La gestione dei rifiuti dovrebbe essere un pilastro dell’efficienza urbana, ma troppo spesso si assiste a una “gestione”—termine volutamente posto tra virgolette—caratterizzata da approcci inadeguati e costi crescenti. Discariche sovraccariche e il coinvolgimento di business privati che drenano risorse pubbliche non fanno che aggravare la situazione. La raccolta differenziata, benché promossa, non ha ancora portato a risultati tangibili in dieci anni, evidenziando una mancanza di visione strategica.

Competenze e conoscenza: un nodo cruciale

Come evidenziato dal compianto Giorgio Nebbia, giornalista ecologista e professore di merceologia presso l’Università di Bari, per gestire i rifiuti è fondamentale conoscere le merci e le loro dinamiche.

Tuttavia, spesso la direzione delle aziende pubbliche di igiene urbana viene affidata a persone prive di competenze tecniche specifiche nel settore dei rifiuti. È paradossale come un laureato in legge possa trovarsi a capo di una S.p.A. incaricata della gestione dei rifiuti, senza alcuna formazione adeguata. In questo contesto, un commercialista potrebbe avere una maggiore capacità di affrontare la questione rispetto a un ingegnere, poiché la gestione delle scorie richiede non solo competenza tecnica ma anche una comprensione economica e logistica.

Una necessità di cambiamento

Ciò che emerge con chiarezza è la necessità di un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti a Taranto. Questo richiede:

  • Una revisione delle competenze richieste per i ruoli chiave nel settore dei rifiuti.
  • Investimenti in infrastrutture moderne e sostenibili per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
  • Una maggiore trasparenza nella gestione economica, per evitare sprechi e ridurre i costi a carico dei cittadini.
  • Un’educazione civica che incentivi la partecipazione attiva dei cittadini nella raccolta differenziata.

La questione della Tari a Taranto non è solo una questione di costi, ma anche di equità, competenza e sostenibilità. Affrontare il problema richiede una collaborazione tra amministrazione, esperti del settore e cittadini, con l’obiettivo di costruire un sistema che sia efficiente, equo e rispettoso dell’ambiente. È tempo di agire, affinché Taranto possa guardare al futuro con speranza e non con la frustrazione di una gestione inadeguata.

Analisi sulla privatizzazione della gestione dei rifiuti pubblici

Implicazioni economiche e sociali

La gestione dei rifiuti rappresenta un settore strategico per il benessere delle comunità e per l’ambiente. Tuttavia, la privatizzazione di impianti pubblici come Pasquinelli, che erano originariamente pensati per favorire la filiera pubblica e ridurre i costi per i cittadini, solleva interrogativi importanti. Questo documento analizza le implicazioni economiche, gestionali e sociali legate a tali decisioni.

Il caso dell’impianto Pasquinelli

Pasquinelli, da impianto pubblico orgoglio della gestione Rossana Di Bello, svolgeva un ruolo fondamentale nella separazione e preparazione dei rifiuti per le filiere CONAI. Attraverso la creazione di balle di carta, cartone, plastica e metallo, il sistema garantiva un ciclo virtuoso che permetteva al Comune di beneficiare direttamente dei proventi legati alla filiera. La decisione di affidare la gestione dell’impianto a un privato ha trasformato un benefit per il pubblico in un ulteriore costo.

Implicazioni economiche

Il passaggio alla gestione privata ha comportato una perdita significativa di benefit diretti per il Comune:

  • La carta e altri materiali che venivano venduti direttamente alle cartiere ora passano attraverso intermediari privati, riducendo le entrate pubbliche.
  • I costi di imballaggio, prima sostenuti dall’impianto pubblico, sono ora gestiti da privati, che beneficiano dei contributi CONAI.

Questa mancanza di collegamento diretto con la filiera ha ridotto le possibilità economiche per la gestione dei rifiuti e ha aggravato la pressione fiscale sui cittadini.

La progettazione della raccolta differenziata

Un altro aspetto critico riguarda la gestione della raccolta differenziata. Le sperimentazioni con isole intelligenti sviluppate da ditte svedesi e con manutenzione affidata a strutture svizzere hanno portato a risultati discutibili:

  • Questi sistemi, introdotti in borgate e piccoli centri, si sono spesso trasformati in discariche improvvisate.
  • Taranto, unica città coinvolta in questa sperimentazione, mostra il fallimento su larga scala, evidenziato dalla percezione negativa pubblica.

Le criticità nei Centri di Raccolta

Un altro esempio emblematico è legato alla gestione dei Centri di Raccolta a Taranto. Questi spazi, che dovrebbero fungere da punti di smistamento efficaci per rifiuti speciali come televisori, frigoriferi, cucine e persino lastre radiografiche, sono percepiti come caricature del loro scopo originario. La mancanza di accordi diretti con il sistema CONAI e con organismi che coordinano tali centri limita drasticamente l’efficienza e le possibilità economiche. Per approfondire clicca qui 

Conclusioni

Il progressivo abbattimento delle possibilità economiche per la gestione dei rifiuti è il risultato di politiche che hanno privilegiato la privatizzazione e la frammentazione della gestione. Questo ha portato a:

  • Aumento della tassazione per i cittadini.
  • Riduzione dei benefit economici diretti da parte delle filiere.
  • Fallimenti visibili nella gestione innovativa della raccolta differenziata.

Una politica che punta alla riduzione della tassazione deve necessariamente ripensare il collegamento diretto con le filiere e rivalutare la gestione degli impianti pubblici.

La gestione dei rifiuti è un brand che qualifica la politica di un sindaco, ridurre la tassazione diventa obiettivo credibile che si consegue dopo… e mi fermo qui.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.