
Restaurare, Installare, Vivere la Media Art: riflessione dell’artista Vito Centonze
Un progetto internazionale riporta alla luce un’opera storica di Studio Azzurro
La mostra, inaugurata il 9 maggio scorso presso il Museo Ostwall /U6 a Dortmund, sarà aperta fino al 20 luglio 2025.
Dopo oltre vent’anni torna al centro dell’attenzione Dove vanno tutte queste persone?, una delle installazioni interattive più significative di Studio Azzurro sul tema dell’emigrazione.
Realizzata nel 2000 per la mostra vision.ruhr a Dortmund, l’opera è rimasta custodita nei depositi del museo dal 2001. Ora, grazie a un progetto di ricerca internazionale, viene riscoperta e proposta come caso di studio.
Un’opera interattiva che parla al presente – L’installazione è uno degli “ambienti sensibili” del collettivo milanese, in cui lo spazio si attiva in risposta alla presenza del visitatore. Un’opera pionieristica della media art, capace ancora oggi di stimolare riflessioni su tecnologia, memoria e percezione.
L’artista pugliese Vito Centonze – che risiede, insegna ed opera a Dortmund/Germania – ha recentemente riscoperto e documentato l’opera, riaccendendo l’interesse su come preservare e trasmettere esperienze artistiche nate nel dialogo con la tecnologia del loro tempo.
Conservare non basta: serve una nuova visione – Oggi, l’opera è al centro di un’indagine da parte di un team multidisciplinare:
- I componenti tecnici originali sono ancora utilizzabili?
- È possibile aggiornare software e dispositivi senza tradire l’intento artistico?
- Come cambia la percezione dell’opera tra il 2000 e oggi?
- Quali elementi sono fondamentali da conservare?
A queste domande stanno lavorando conservatori, tecnici, storici dell’arte e artisti, con l’obiettivo di sviluppare nuovi approcci per la conservazione e la fruizione della media art.
Il pubblico è invitato – Un’installazione di prova è oggi visibile al pubblico: non una mostra tradizionale, ma un’occasione per vedere da vicino come si studia, si restaura e si rilegge un’opera interattiva del passato. Un invito a riflettere sul ruolo dei musei, sull’evoluzione della tecnologia e sul modo in cui le opere d’arte digitale possono continuare a vivere nel tempo.