
Un omaggio sincero e carico di emozioni. Proprio come avrebbe voluto Lillino: “parole, musica e altamuranità”.
Con queste parole chiave è stato reso un tributo alla sua figura.
Una sala gremita ha fatto da cornice all’evento commemorativo svoltosi lunedì sera, 9 giugno, presso il teatro parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore di Altamura: un momento intenso e partecipato, dedicato alla figura di Lillino Calia, uomo di cultura visceralmente innamorato della sua città. Un amore dimostrato attraverso la pubblicazione di libri di poesie, nei quali ha celebrato il prodotto principe del territorio: il Pane di Altamura. È anche autore di tre commedie in vernacolo, promuovendo e difendendo l’identità linguistica e culturale locale.
Ha condotto l’evento commemorativo con eleganza e competenza Grazia Lorusso, redattrice dei periodici locali In Città e Altamura in Dialogo. Legata a Lillino da una profonda amicizia di circa trent’anni, ha onorato la sua memoria con una maratona di testimonianze che si sono alternate sul palcoscenico.
A introdurre la serata è stata la prof.ssa Lisa Falagario, presidente del LICEF (Libero Istituto di Cultura e Formazione), a cui Lillino era legato sia come vicepresidente che come docente. Appassionato l’intervento di Michele Micunco, che ha ricordato la preziosa collaborazione della sua associazione e la supervisione alla stampa del volume “Ng’ere e ng’ere”, pubblicato dalla Tipografia Arti Grafiche Pecoraro.

Piene di pathos le poesie Pietre di Parole di Michele Micunco e U spuacc d’ Nusiet, composta da Lillino, entrambe interpretate dall’attrice teatrale Marta Loiudice.
Presenti in prima fila i figli Giuseppe e Luca, che hanno ringraziato tutti gli amici presenti in platea, entrambi visibilmente commossi per la grande partecipazione del pubblico. Luca ha letto uno scritto carico di ricordi, inviato dal prof. Saverio Spinelli, dirigente didattico residente a Venezia da circa quarant’anni.
Giuseppe ha sottolineato la profonda amicizia e l’affetto che ancora oggi circondano la figura del padre, ricordandone l’amore sconfinato per Altamura. Una passione espressa attraverso tutte le forme della cultura – dalla scrittura al teatro – sempre filtrata dall’uso e dalla difesa della lingua altamurana, che Lillino ha continuato a valorizzare anche negli ultimi giorni della sua vita.
È seguita la testimonianza di Teresa Dileone, attrice di lungo corso nel teatro amatoriale e poetessa, che ha definito Lillino un “fratello”, per il lungo legame affettivo e culturale. Ha declamato una poesia in lingua altamurana, lasciando trasparire tutta la sua commozione.
A rendere ancora più vibrante l’atmosfera, l’intervento musicale del gruppo composto da Giacinto Bolognese, Nicola Disabato, Michele Bruno e Francesco Pontillo, e dal gruppo dei cantori, che hanno eseguito La massarij (testo di Lillino) su un vivace ritmo fox, musicato da Nicola Disabato, coinvolgendo l’intera platea.
A concludere, uno sketch teatrale curato da Gennaro Colonna, che ha strappato sorrisi e applausi, suggellando una serata all’insegna della memoria, dell’identità e dell’affetto.
L’omaggio a Lillino Calia si è rivelato un tributo sentito e corale, nel segno della memoria e dell’altamuranità che egli stesso ha sempre rappresentato.