Principale Cronaca Napoli: “Rapporto Banca d’Italia: serve una svolta per la Basilicata”

Napoli: “Rapporto Banca d’Italia: serve una svolta per la Basilicata”

Napoli: “Rapporto Banca d’Italia: serve una svolta per la Basilicata”. 
Il Capogruppo di FdI in Consiglio regionale: “È il tempo delle scelte forti”
“Il Rapporto 2025 sull’economia lucana diffuso dalla Banca d’Italia non è solo una fotografia nitida del nostro presente: è anche uno specchio che ci obbliga a guardare in faccia le sfide che abbiamo davanti”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Michele Napoli, che aggiunge: “Sento il dovere di rilanciare: la Basilicata ha tutte le carte per cambiare passo, ma serve visione, coraggio e concretezza. Ora.”
“Una regione che cresce meno del resto del Mezzogiorno e dell’Italia (-0,2% contro +0,9% e +0,7%) – prosegue l’esponente di FdI – non può e né deve accontentarsi. Il motore industriale di Melfi paga la crisi dell’automotive, il settore agricolo è messo in ginocchio dalla siccità, il PNRR fa registrare ritardi sul binario dell’attuazione. Eppure – ed è questo il punto – le potenzialità ci sono tutte”.
“Sono tre le priorità – evidenzia Napoli – per far ripartire la Basilicata:
1. Industria e innovazione: trasformare la crisi in rinascita. Il calo del 63% nella produzione dello stabilimento Stellantis non è solo un problema occupazionale, è un campanello d’allarme strutturale. Il futuro non è nel rimpianto del passato, ma nella riconversione intelligente e sostenibile. Va accelerata la transizione verso l’automotive elettrico, affiancando incentivi regionali a quelli nazionali e aprendo un tavolo permanente con imprese, sindacati e università.
La diffusione dell’intelligenza artificiale e della robotica è ancora marginale: qui serve un piano regionale per l’industria 5.0, con fondi mirati, accompagnamento tecnico e un ecosistema di innovazione vero.
2. Agricoltura e acqua: smettere di inseguire l’emergenza. La siccità del 2024, con punte di cali produttivi del 70% nel materano, ci impone di agire: serve un piano straordinario per la resilienza agro-idrica, con investimenti negli invasi, nelle reti, nella digitalizzazione dell’irrigazione.
Basta piani settoriali scollegati: proponiamo un’ ‘Agenda Basilicata Verde’ che unisca sviluppo rurale, sostenibilità ambientale e valorizzazione del patrimonio agroalimentare.
3. Giovani, lavoro, capitale umano: il tempo del riscatto. Il tasso di partecipazione al lavoro resta basso per giovani e donne. E l’export crolla. Non possiamo permettere che i nostri talenti fuggano altrove.
Vanno create zone economiche di innovazione, dove fiscalità, formazione e infrastrutture siano pensate su misura per attrarre e trattenere chi vuole costruire qui il proprio futuro.
L’Università della Basilicata va potenziata e connessa al tessuto produttivo: trasferimento tecnologico, spin-off, alleanze strategiche con i distretti produttivi”.
“Serve altresì – sottolinea il Consigliere regionale – un cambio di mentalità, prima ancora che di politiche. Il Rapporto della Banca d’Italia ci dice anche altro: la qualità istituzionale lucana è migliorata più che altrove, ma è ancora distante dagli standard nazionali. Sanità, trasparenza, capacità amministrativa dei Comuni sono i tre talloni d’Achille da trasformare in punti di forza. Come? Con scelte chiare: formazione del personale, digitalizzazione dei servizi, task force per accompagnare i Comuni nell’attuazione dei fondi PNRR e FESR. Non è accettabile che solo la metà delle opere pubbliche finanziate dal PNRR sia avviata o conclusa”.
“Da oggi – continua Napoli – parte un’agenda nuova per la Basilicata. A breve termine, servono misure shock per sbloccare l’attuazione del PNRR, sostenere l’export extra-automotive e fronteggiare la crisi idrica. Nel medio periodo, vanno creati poli territoriali di specializzazione (automotive verde a Melfi, agroindustria nel metapontino e nelle aree a vocazione  produttiva della regione, turismo culturale a Matera e nel Vulture) con logiche di filiera. Nel lungo termine, la Basilicata deve diventare un modello di regione intelligente e attrattiva, che scommette su tecnologia, capitale umano e valore delle radici”.
“Non ci accontenteremo mai della rassegnazione. Questo è il tempo – conclude Napoli – di chi sa governare con visione. E con responsabilità”.

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