
Con il linguaggio muto delle immagini, i vasi apulo lucani ci parlano di un passato a volte sfortunato.
Le tombe di fanciulle morte prima del matrimonio sono contrassegnate da vasi della forma usata per il trasporto dell’acqua per il bagno prenuziale. ll matrimonio e la maternità erano considerati lo scopo principale di ogni cittadina ateniese, la la morte di giovane fanciulla suscitava dolore soprattutto per il mancato adempimento del ruolo di moglie a cui era destinata. Questo sentimento era espresso in alcuni epitaffi ma anche in vasi commemorativi detti loutrophoroi, uno di questi con una fanciulla morta in abito da sposa, fa parte della Collezione Rizzon, custodita nel Museo Ridola di Matera.

Descrizione del loutrophoros: in alto busto di figura femminile alata, sul corpo scena funeraria con un quattro offerenti e tre donne all’interno di un naiskos (tempietto): la prima regge con il braccio sinistro un parasole,la
seconda una cista con coperchio sollevato mentre al centro la defunta è seduta su diphros okladias (sgabello).
Il corpo è rivolto a destra con le gambe incrociate mentre volge lo sguardo verso la prima donna e poggiando il palmo della mano destra sul diphros solleva la mano sinistra a reggere un lembo dell’himation (vestito).
Questo gesto della defunta noto come anakalypsis, ovvero svelamento, veicola precisi significati erotici
e matrimoniali, la cintura allacciata fa riferimento alla verginità della fanciulla, mentre un diadema sul capo,orecchini, bracciali,un filo di perle e vesti sontuose ne magnificano da un lato la sua bellezza ma anche il suo «potere di seduzione». Pittore di Baltimora 325-320 a.C.


