
Ultimamente, presso il Salone del Libro di Torino, ho parlato della suddivisione nell’Arte tra “Autori Empatici” e “Autori Narcisisti”.
Tra le altre cose, credo sia emerso come l’Arte sia fondamentalmente dominata da una folla sterminata di pseudo artisti che combattono con una ferocia spropositata contro i veri, pochissimi Artisti di ogni espressione.
La prepotenza è evidente a uno sguardo minimamente attento ed è organizzata in un modo tale da prevalere, usurpando ogni ambito di comando e di prestigio. Ed ecco, dunque, il proliferare di antologie contemporanee di poeti, pittori, narratori, musicisti, ecc. (anche sostenute da buoni editori) compilate da critici di poco o nessun valore dall’ego solitamente smisurato che provano, così, a imporre loro stessi e autori spesso insignificanti accostati a qualche grande nome. Il loro primo “criterio” reale e mai confessato è quello di combattere in questo modo il talento, “dimostrando” che quegli autori non meritano di essere antologizzati, e facendo di rimando brillare la propria ombra.
E’ una pratica subdola che ormai ha preso piede da diversi decenni: si usa l’Antologia come genere letterario (tra l’altro il peggiore dei generi poiché è basato sempre sul gusto del curatore, sebbene lo stesso abbia un senso allorquando si tratti di un solido critico, come lo sono stati ad esempio Alessandro Serpieri, Pietro Citati, Giorgio Bàrberi Squarotti e molti altri) per imporre un gruppetto di amici-artisti fittizi e per escluderne altri (di solito quelli migliori).
Spiace (si fa per dire) per tutti, ma la maschera è caduta.
Provate, ora, a scrivere o a dipingere o a suonare, danzare, filosofare bene per affermarvi nelle Arti, anziché affidarvi a pratiche così violente e scorrette. Provate a confrontare la vostra opera, anche i vostri studi (specie per coloro che vogliono essere considerati critici d’arte o letterari) con quelli degli altri per capire dove siete arrivati con le vostre sole forze, e non illudetevi che basterà qualche colpo da “bamboccioni raccomandati” per essere dei veri artisti. Francamente avete stancato con la vostra malizia che inquina la purezza di coloro che sono nati per creare.
Ma ora andate, andate pure a sorridere di sbieco a quelli come voi, certi che possano aiutarvi (e che sovente sostengono il vostro gioco essendo altrettanto corrotti e inetti) per quella scalata inutile, solo rumorosa e destinata al fallimento, che in realtà porterà in cima soltanto il vostro volto narcisista, sempre uguale, che vi contraddistingue tutti.
Per favore, se potete, lasciate in pace l’Arte e gli Artisti (poiché voi non siete tali) e affermatevi nel mondo diversamente. Non avete la sensibilità giusta (né il talento) per essere parte dell’universo dei sentimenti, dell’arguzia e della “divina” creazione.