Principale Arte, Cultura & Società Fuga dal San Giacomo di Veglia. Tutti i monasteri dovrebbero essere abbandonati

Fuga dal San Giacomo di Veglia. Tutti i monasteri dovrebbero essere abbandonati

In questi giorni si parla di suore che fuggono dal monastero cistercense di San Giacomo di Veglia, a Vittorio Veneto. Ma tutte le monache dovrebbero abbandonare i monasteri di clausura, giacché la clausura intesa nel senso stretto del termine, non ha alcun senso ed è in contrasto col Vangelo. Riporto uno dei miei articoli sull’argomento. Lo pubblicai sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, il 24 novembre 2019.

«Nessuno sembra essersi accorto, forse neppure l’autore, che l’Enciclica “Deus caritas est” di Benedetto XVI, dimostra in modo chiarissimo che l’istituzione della clausura è in contrasto col vangelo.  Così, al n. 18 della Lettera: “Se però nella mia vita tralascio completamente l’attenzione per l’altro, volendo essere solamente «pio» e compiere i miei «doveri religiosi», allora s’inaridisce anche il rapporto con Dio. Allora questo rapporto è soltanto «corretto», ma senza amore. Solo la mia disponibilità ad andare incontro al prossimo, a mostrargli amore, mi rende sensibile anche di fronte a Dio…Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili, sono un unico comandamento…Così non si tratta più di un «comandamento» dall’esterno che ci impone l’impossibile, bensì di un’esperienza dell’amore donata dall’interno, un amore che, per sua natura, deve essere ulteriormente partecipato ad altri”. Ora, è chiaro che l’amore per il prossimo tra le mura di un monastero è solamente pura astrazione: allontanarsi dal prossimo, separarsi da esso e “partecipargli” amore è contraddittorio. Del resto, basta ricordare la parabola del buon Samaritano (Lc 10,25s): una monaca di clausura non avrebbe alcuna possibilità di soccorrere il malcapitato percosso dai briganti, per il semplice motivo che non passerebbe mai per quella strada».

Questo scrivevo quando uscì la lettera enciclica di Joseph Ratzinger. Oggi, in un articolo di don Mauro Leonardi sui viaggi di papa Francesco, leggo:  “Perché il vangelo è spostarsi da se stessi, uscire, per andare incontro al prossimo. Proprio Gesù ha chiesto ai suoi discepoli di andare a trovare le persone a casa loro” (Agi, 22 novembre). Nessuno si sarà accorto, neppure l’autore ovviamente, che queste parole dimostrano chiaramente che la clausura è lontana dal vangelo.

Sul quotidiano Il Tempo del 23 agosto 2006 esprimevo, ad un dipresso, lo stesso concetto esposto da Mauro Leonardi: “Il Signore anche sentiva ogni tanto il bisogno di appartarsi, ma il vangelo è azione, è movimento. Gesù stesso era un uomo d’azione, la sua vita fu un cammino, ed invitò gli apostoli a fare altrettanto: «Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15)”.

La Chiesa dovrebbe abolire la clausura. Il termine “clausura” dovrebbe restare solo nei libri di storia e nei dizionari, anche perché, diciamo la verità, è proprio un brutto termine.

Renato Pierri

Monastero-del-Terzo-Millennio-Ex-COnvento-dei-Cappuccini-in-Mesagne

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