
Una storia che si consolida e si rinnova, tra storia, arte e letteratura
Ancora aperte le iscrizioni al concorso indetto dall’Associazione. In vino Veritas in collaborazione con Fondazione Cogeme ets e Associazione Comuni Terra della Franciacorta
ROVATO (Bs)– Torna in una veste rinnovata il premio Internazionale Franciacorta, ideato dall’Associazione culturale. In vino Veritas e dalla vulcanica Mariuccia Ambrosini, madrina per costanza e dedizione della Franciacorta sempre più protagonista nel panorama culturale. Giunto alla sua sesta Edizione, il Premio da alcuni anni conta su una partecipazione nutrita di scrittori, storici, accademici o aspiranti tali. Una varietà di concorrenti che parlano diverse lingue, ma tutti accomunati da un unico scopo: mettere al centro la bellezza di questi territori nell’alveo della tradizione vitivinicola e cercando di fare qualche passo un po’ più in là, tra storia, cultura, letteratura, arte, archeologia, come recita il bando di concorso lanciato lo scorso febbraio e che scade nella prima decade di giugno 2025.
“Come Associazione siamo da tempo impegnati nell’esportare il brand della Franciacorta fuori dai soliti circuiti turistici e per farlo è necessario caratterizzare sempre di più il nostro patrimonio culturale – sottolinea la Presidente Mariuccia Ambrosini– “per questo, negli anni abbiamo costruito e consolidato collaborazioni con gli enti locali, in particolare Rovato e Cazzago San martino, e con altre realtà che come noi lavorano per la valorizzazione della Franciacorta, a 360 gradi”.
Un impegno che vede in effetti l’Associazione in vino veritas collante di molte iniziative durante l’anno arricchendo il calendario di eventi franciacortino. Tra le collaborazioni spicca quella con il Gruppo Cogeme, in particolare con il Presidente di Fondazione Cogeme prof. Gabriele Archetti, accademico e storico medievista di livello internazionale che presiede la giuria del Premio internazionale Franciacorta insieme ad altri colleghi e colleghe.
“Siamo nella fase di raccolta delle candidature e già oggi registriamo un grande interesse per il Premio. Questo sta a significare che la storicità di un premio ha la sua valenza. Prevedendo anche una serie specifica sezioni, è stato altrettanto fruttuoso coinvolgere figure di esperti ed esperte che potessero veicolare il Premio negli ambienti giusti e pertinenti. Questo aspetto, sono convinto, ci darà belle soddisfazioni non solo in termini numerici, ma anche qualitativi.” Così Gabriele Archetti, coadiuvato dalla struttura operativa della Fondazione Cogeme e con il patrocinio dell’Associazione di Comuni Terra della Franciacorta presieduta dal Sindaco di Cazzago San martino Fabrizio Scuri.
Alcune specifiche del Premio
Il Premio è destinato a opere edite in lingua italiana, nazionali e straniere – presentate in formato cartaceo e digitale – per le sezioni scientifiche di “Storia”, “Letteratura”, “Arte e Archeologia”, pubblicate a partire dal 2021. Le pubblicazioni inviate per concorrere al Premio devono essere dotate di codice ISBN. Alla selezione possono concorrere gli autori e le case editrici; le pubblicazioni inviate per la valutazione e ricevute non vengono restituite; il parere decisionale è insindacabilmente affidato al Consiglio scientifico e alle Commissione giudicatrici. Il valore del premio è di 1.000,00 euro (Mille euro) per ciascuna opera vincitrice nelle tre sezioni del bando e da un’opera artistica realizzata dalla Scuola d’arti e mestieri Francesco Ricchino di Rovato. Il Premio è unico e non sono ammessi ex-aequo.
Nei diversi ambiti del concorso le tematiche possono essere di lungo periodo e di largo respiro, dall’età antica alla contemporaneità; particolare riguardo, tuttavia, potrà essere riservato dalle Commissioni giudicatrici a quei lavori che, in tutto o in parte, hanno posto attenzione al territorio della Franciacorta, alla vitivinicoltura e al paesaggio lombardo, nelle molteplici manifestazioni storiche, letterarie, artistiche, archeologiche e ambientali. Non sono ammissibili le opere risultate vincitrici in altri concorsi.
Le pubblicazioni dovranno pervenire alla sede dell’Associazione “In vino veritas” entro e non oltre il 9 giugno 2025. Le opere devono essere inviate con indicazione della sezione alla quale si intende concorrere, insieme al modulo di iscrizione compilato e firmato (scaricabile dal sito www.premiofranciacorta.net), pena l’esclusione dal concorso. Le 4 (quattro) copie dell’opera vanno mandate a: Associazione “In vino veritas” | Via Basso Castello, 6 | 25046 Cazzago San Martino (Brescia), tel. +39 338 672 5080; la versione digitale, invece, va inoltrata all’indirizzo mail: info@premiofranciacorta.net.
Consiglio scientifico
Gabriele Archetti (presidente), Claudio Azzara, Paolo de Vingo, Simona Gavinelli, Luigi Mariani, Simona Moretti, Elisabetta Selmi, Francesca Stroppa, Stefano Verdino.
La giuria
Sezione Storia
Gabriele Archetti è professore ordinario di Storia medievale nella Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; è presidente del Centro studi longobardi, della Fondazione Cogeme, conservatore del Museo Piamarta e socio ordinario della Società nazionale di Scienze, Lettere, Arti in Napoli – Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti. Laureato a pieni voti in filosofia alla Cattolica, è stato borsista presso l’École française de Rome, l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e il Deutsche Historische Institut in Rom, grazie a cui ha compiuto lunghi periodi di ricerca in Italia e all’estero. Visiting professor all’Università di Zagabria (2016), ha tenuto lezioni nelle Università di Girona, Barcellona, Zara, Pola, Cordova e Spalato. Attento alle dinamiche del popolamento, della produzione e del mondo agrario, si occupa dello sviluppo delle istituzioni ecclesiastiche e monastiche nel millennio medievale, studia i temi legati alle fonti materiali nel lungo periodo, come l’alimentazione, nell’ambito dell’Europa e del Mediterraneo. Ha diretto e dirige vari progetti a bando, pubblici e privati; è membro di numerose istituzioni scientifiche e culturali nazionali ed europee, della redazione di periodici di carattere storico e del consiglio scientifico o direttivo di numerose collane editoriali. Assai nutrita la sua produzione scientifica con centinaia di lavori, tra volumi, saggi, curatele e contributi, apparsi in varie lingue e diversi paesi.
Claudio Azzara è professore ordinario di Storia medievale all’Università degli Studi di Salerno dal 2007, dopo aver insegnato nel medesimo Ateneo in qualità di professore associato dal 2001; in precedenza è stato docente a contratto all’Università di Venezia. Laureato in storia alla Ca’ Foscari e dottore di ricerca in Storia medievale all’Università Cattolica di Milano, si è successivamente perfezionato con una borsa biennale di post-dottorato a Genova e poi con ulteriori borse e contratti di ricerca dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori di Milano, del Max-Planck-Institut für Geschichte di Gottinga, della Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso, dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia. Già direttore vicario del Dipartimento di Scienze umane filosofiche e della formazione e in precedenza del Dipartimento di Scienze storiche e sociali e della Facoltà di Scienze umanistiche e della formazione, dal 2019 è membro del Senato accademico, del comitato di lettura per la saggistica storica della casa editrice Il Mulino, del comitato scientifico delle Edizioni Studium e di varie riviste internazionali, per cui svolge anche la funzione di referee, nonché socio fondatore e membro del Comitato direttivo del Centro studi longobardi. I suoi interessi per il mondo barbarico e il periodo alto medievale hanno orientato parte delle sue ricerche, senza tralasciare i temi storiografici e la divulgazione scientifica, documentati dalle numerose pubblicazioni in Italia e all’estero.
Luigi Mariani è professore Associato di Agronomia all’Università degli Studi di Brescia ove insegna anche Storia dell’agricoltura. Ha come principali ambiti di ricerca l’agronomia applicata alle colture erbacee e alla vite, la modellazione matematica dell’agro-ecosistema, l’agrometeorologia e la storia dell’agricoltura. Dal 1983 al 2001 è stato funzionario e poi dirigente del servizio meteorologico regionale della Lombardia. Dal 1997 al 2006 è stato presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia e dal 2010 al 2018 è stato membro del RA VI – Task Team di meteorologia agricola dell’Organizzazione meteorologia Mondiale. Membro ordinario dell’Accademia dei Georgofili e dell’Accademia della vite e del vino è Vicepresidente della Società Agraria di Lombardia e Direttore del Museo di Storia dell’Agricoltura di Sant’Angelo Lodigiano. E’ autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche e divulgative, di cui 86 su riviste peer review.
Sezione Letteratura
Elisabetta Selmi è professore ordinario di Letteratura italiana e Letteratura teatrale del Medioevo e del Rinascimento presso l’Università degli Studi di Padova. Laureata in lettere moderne all’Università Cattolica di Milano, è stata borsista della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, della Fondazione di Studi umanistici di San Gimignano e dell’Istituto nazionale di Studi filosofici di Napoli per l’edizione delle opere di Metastasio; membro di consigli scientifici e comitati di redazione, è stata visiting professor alla Yale University, Department of Italian studies e ha tenuto lezioni alla Sorbona, alle università di Zara, Barcellona e Reims. I suoi interessi di ricerca riguardano soprattutto la letteratura del Rinascimento, del Barocco, dell’Arcadia, l’epica cinque-seicentesca, la trattatistica retorica e la letteratura femminile. Ha pubblicato saggi, edizioni e monografie sul teatro del Cinque, Sei e primo Settecento (Ruzante, Guarini, Tasso, Scipione Maffei, Dramma Sacro, ecc.), ma anche contemporanei (Fogazzaro). Attenzione particolare ha dedicato alla letteratura religiosa e ai rapporti fra letteratura e immagine (specie sulla scrittura femminile lombardo-veneta), alla mistica femminile di antico regime e alla ricezione di Erasmo nella tradizione umanistico-rinascimentale. Altre ricerche hanno toccato la dialogistica tassiana e la letteratura cortigiana del secondo Cinquecento, con escursioni nell’ambito singolare del dialogo fra letteratura e filosofia neoplatonica tardo cinquecentesca.
Stefano Verdino già professore ordinario di Letteratura italiana alle Università degli Studi di Verona e di Genova, dove collabora ancora come docente a contratto, è membro dell’Accademia ligure di Scienze e Lettere, direttore della rivista «Nuova corrente» e condirettore di «Resine». Laureato in lettere moderne nell’Ateneo ligure, studioso di Torquato Tasso e appassionato dell’Ottocento italiano (ha curato nel 1990 l’edizione de I promessi sposi, con un saggio introduttivo di Giovanni Macchia), è stato allievo del critico letterario Angelo Marchese, con cui ha pubblicato nel 1976 una monografia su Giacomo Leopardi e un manuale di letteratura italiana per le scuole superiori (1998); di Marchese ha seguito pure l’edizione delle opere postume (2010). Già redattore de «Il Verri», collabora con numerosi periodici e quotidiani, tra cui La rassegna della letteratura italiana, L’Indice dei libri del mese, Poesia, Il lavoro, Il Secolo XIX. Autore di rilevanti contributi sulla poesia contemporanea, è sua la curatela per i Meridiani Mondadori dell’opera poetica di Mario Luzi (1998), oltre all’edizioni di lettere e testi dispersi di Eugenio Montale e Giorgio Caproni. Membro di fondazioni e centro culturali, ha tra gli altri pubblicato Storia delle riviste genovesi (1993), Il racconto della poesia(2003), Il Torrismondo del Tasso (2007); Genova reazionaria. Una storia culturale della Restaurazione (2012); La buona causa. Storie e voci della reazione in Italia (2017); Versi in scena (2022).
Simona Gavinelli è professore associato di Paleografia latina presso il Dipartimento di Filologia classica, Papirologia e Linguistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e insegna Paleografia latina nella Facoltà di Lettere e filosofia del medesimo Ateneo. Laureata a pieni voti in lettere alla Cattolica di Milano, dove ha conseguito poi il titolo di dottorato, è presidente della «Associazione culturale Scrineum», istituita a vantaggio della rivista «Scrineum Rivista» open access on-line journal, in classe A, di cui è nella redazione. Fa parte del comitato redazionale del periodico «Novarien.» e del consiglio scientifico delle riviste «Brixia sacra. Memorie storiche della diocesi di Brescia» e «Studi gregoriani». È socio fondatore e membro del consiglio scientifico del Centro studi longobardi, e delle collane “Convegni”, “Ricerche” e “Biblioteca storica” edite in collaborazione con la Fondazione Cisam (Spoleto); co-dirige con Elena Fontanella la collana «Bibliotheca curiosa. Percorso tra libri, documenti e cultura grafica» (editore L’Erma di Bretschneider). La sua produzione scientifica, oltre 200 pubblicazioni tra libri, saggi e schede di catalogo apparsi in volumi e riviste nazionali e internazionali, è incentrata sulla storia della scrittura intesa come interpretazione dei fenomeni culturali rilevati attraverso lo studio della produzione e della circolazione manoscritta, accanto alla ricostruzione delle biblioteche personali o istituzionali, dall’età tardo antica al Novecento.
Sezione Arte e Archeologia
Simona Moretti è professore ordinario di Storia dell’arte medievale presso l’Università IULM di Milano, dove ricopre vari incarichi accademici e, dal 1° novembre 2023, è direttore del Dipartimento di Comunicazione, arti e media “Giampaolo Fabris”. Laureata a pieni voti in storia dell’arte bizantina alla Sapienza di Roma, dove ha svolto il dottorato di ricerca, ha goduto di borse di studio e assegni di ricerca prima di ottenere l’insegnamento a contratto di Storia dell’arte medievale presso l’Università IULM, in cui è poi diventata ricercatore e professore associato. Componente di numerose collane editoriali e di periodici di ambito storico-artistico, fa parte del comitato scientifico della ricerca “Corpus della pittura monumentale bizantina in Italia” e della rivista «Arte medievale» (classe A), è co-direttore della collana “Ricerche IULM. Comunicazione, arti e media”; è altresì membro del consiglio scientifico del Centro studi longobardi, di cui fa parte anche del Comitato direttivo, e delle collane editoriali collegate “Convegni”, “Ricerche” e “Biblioteca storica” edite con la Fondazione Cisam. Numerosi i volumi, le curatele, le voci di catalogo e i saggi a suo nome, editi in Italia e all’estero, incentrati prevalentemente sulla storia dell’arte bizantina, l’iconografia medievale, la critica e il patrimonio storico-artistico europeo.
Paolo de Vingo è professore ordinario di Archeologia cristiana medievale presso il Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Torino; presidente del corso di laurea magistrale in Archeologia e storia antica, nonché referente per il modulo di Archeologia tardoantica e altomedievale della Scuola di specializzazione in Archeologia “Giorgio Gullini”. Laureato a pieni voti in storia all’Università di Genova, si è specializzato in Archeologia, ha conseguito il dottorato di ricerca e ottenuto vari incarichi professionali nella direzione di scavi; è stato professore associato di Archeologia medievale presso l’“Eötvos Lorànd Tudomànyegyetem” di Budapest (2008-2012) e visiting professor nel medesimo Ateneo ungherese e presso l’“UMR 5648 CIHAM – Histoire, archéologie, littératures des mondes chrétiens et musulmans médiévaux” di Lione. Membro del consiglio scientifico del Centro studi longobardi, collabora e dirige alcune collane editoriali, oltre a partecipare a comitati di redazione. I suoi ambiti di ricerca, ai quali ha dedicato oltre 200 titoli tra articoli e volumi scientifici, riguardano lo studio delle interazioni tra uomo e ambiente nei secoli altomedievali, con particolare riguardo alla viabilità, agli scambi, agli insediamenti e le produzioni preindustriali. Si occupa del ciclo di lavorazione del ferro in Italia centro settentrionale, coniugando fonti storico-archivistiche, etnografiche, dati archeologici e attività di ricerca, di ricognizione e di esplorazione diretta sul terreno.
Francesca Stroppa è professore associato di Storia dell’arte nella Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove insegna Storia dell’arte contemporanea. Formatasi alla scuola di Arturo Carlo Quintavalle e laureata in conservazione dei beni culturali all’Università di Parma, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia dell’arte e dello spettacolo e ottenuto numerose borse di studio prima di essere ricercatore. Ha vinto il Premio internazionale Cimitile (2020) per il volume Desiderio. La basilica di San Salvatore di Brescia: dal monastero al museo (2018). Membro di varie istituzioni scientifiche e culturali, della redazione di periodici e del consiglio scientifico di collane, tra cui le Edizioni Studium (Roma), “Ricerche IULM. Comunicazioni, arti e media” e la rivista «Brixia sacra. Memorie storiche della diocesi di Brescia», è responsabile dei servizi educativi del Museo Piamarta, socio fondatore e componente del consiglio scientifico, oltre che segretario generale, del Centro studi longobardi. È autrice di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche tra monografie, cataloghi, curatele, saggi e schede edite in Italia e all’estero. I suoi interessi scientifici riguardano le manifestazioni dei fenomeni artistici nel lungo periodo, la loro ripresa e rilevanza sociale, con particolare attenzione ai temi della memoria e del recupero ideologico del passato, come l’architettura neomedievale, l’iconografia o l’arte “longobardica”, nella formazione dell’Italia unita.
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