
Anno cruciale per l’Italia, il 1860, in cui svolse un ruolo significativo Camillo Benso di Cavour. L’Italia, almeno nominalmente, era unita
Ultimo incontro della rassegna di Storia del Risorgimento, mercoledì 14 maggio, alle ore 17,00, incentrato su un argomento di straordinario interesse storico e, soprattutto, politico: l’unificazione d’Italia nel 1860 e il ruolo di Cavour.
Un momento storico di grande rilievo per la nostra Nazione che evidenziò le tante frammentazioni politiche, sociali e culturali del nostro Paese, a lungo irrisolte.

Luci ed ombre dell’Unità di’Italia
Quando, in quel fatidico 1860, Camillo Benso, conte di Cavour, diplomatico fedelissimo alla casa sabauda, si confrontò con la sfida più difficile per la Storia del nostro Paese, quale appunto l’unificazione di esso, non tenne conto delle differenze esistenti tra Nord e Sud,
Politico di lungo corso, consapevole dell’enorme divario esistente, sia dal punto di vista socio-culturale che economico tra il Mezzogiorno d’Italia, caratterizzato da un’economia prevalentemente agricola ed un Nord in cui l’industrialismo era una realtà già da tempo, Cavour realizzò l’annessione del Sud senza una vera integrazione.
Attraverso un’operazione militare e amministrativa, senza un’adeguata preparazione politica, economica o culturale, estese al Mezzogiorno le leggi piemontesi.
Un fatto che induce alla riflessione, tenuto conto delle grandi competenze diplomatiche e politiche di Cavour.
Fu superficialità?. O volle realizzare esclusivamente gli interessi della casa sabauda? Comunque siano andate le cose, emerge l’unico dato oggettivo. Fu un’unità senza coesione.
L’Italia nominalmente era unita. Si scriveva la Storia, ma si apriva quella ‘questione meridionale’ che avrebbe minato a lungo i rapporti tra Nord e Sud nel Regno d’Italia.
Il Sud, con le sue tradizioni, radicate nel territorio, con la sua cultura che si esprimeva in un modus vivendi totalmente estraneo al Nord, inglobato rapidamente e senza mediazione, venne a trovarsi in uno Stato che lo considerò arretrato, da civilizzare.
Un atteggiamento fortemente settentrionalistico che segnò a lungo i rapporti tra Nord e Mezzogiorno nel nuovo Regno d’Italia.
Il ruolo di Cavour
Indubbiamente Cavour fu regista, anzi stratega di questo processo di unificazione:, ma l’annessione del Mezzogiorno, per i modi e i tempi in cui fu concretizzata lascia perplessi.
Da mediatore di lungo corso, cercò di impedire derive democratico-radicali, ma, nel contempo, probabilmente obbligato dalle circostanze, accelerò il processo di unificazione con l’intento di ammantare di legittimità istituzionale una conquista territoriale.
L’analisi
Emerge la complessità e l’attualità dell’argomento, che sarà oggetto di questo ultimo incontro della rassegna di Storia del Risorgimento. E, a parlarcene, sarà una voce autorevole: Carmine Pinto, Professore Ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Salerno.
Ad introdurlo, l’avv. Francesco Guida, Direttore del Comitato provinciale di Taranto dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
L’incontro avrà luogo presso la Sala Convegni ex Ospedale Vecchio – Padiglione SS.mo Crocifisso, 1° piano – Taranto
Ingresso libero