
Un gesto semplice, ma carico di significato: donare uova di Pasqua a chi ha vissuto il dolore, per restituire speranza, umanità e sorrisi. È con questo spirito autentico e genuino che l’associazione di volontariato Connection Hub, capitanata da Massimiliano Guido, ha fatto visita il 16 aprile 2025 alla Comunità “Chiara Luce”, una struttura d’eccellenza nel panorama nazionale per l’accoglienza e il sostegno a persone vittime di abusi, violenze – anche di natura sessuale – o coinvolte in reati penali, e oggi sottoposte a percorsi di protezione.
Un luogo, quello della Comunità Chiara Luce, dove ogni giorno si lavora silenziosamente per ricostruire fiducia, dignità, affetto. E proprio qui, Connection Hub ha deciso di portare un segno concreto di vicinanza e calore umano, regalando uova di Pasqua a bambini e adulti, ma soprattutto offrendo tempo, ascolto, presenza.

“Connection Hub nasce per fare del bene, soprattutto a chi ha conosciuto il dolore in prima persona – ha dichiarato il presidente Massimiliano Guido –. Donare oggi queste uova non è un gesto di pubblicità, ma un’azione concreta di amore. Il sorriso di un bambino è la cosa più bella che possiamo ricevere. Tutto ciò che facciamo è per puro spirito di volontariato, e ne andiamo fieri.”
L’iniziativa ha assunto fin da subito un significato che va oltre il dono materiale. È diventata una festa di umanità, costruita attorno a piccoli gesti: un abbraccio, una parola, un gioco condiviso, uno sguardo che accoglie. La ludoteca della struttura, trasformata per l’occasione in un ambiente colorato e allegro, ha fatto da cornice alla consegna delle uova, tra canti, animazione, momenti ludici e una merenda condivisa. Il tutto condito da spontaneità, sorrisi e quella leggerezza che troppo spesso manca nei percorsi di vita segnati dalla sofferenza.
A rendere il momento ancora più intenso, le parole del Dott. Cesare Martella, coordinatore del servizio della Comunità Chiara Luce, che ha voluto ringraziare pubblicamente i volontari presenti:

“Siamo orgogliosi di quello che costruiamo qui ogni giorno: un percorso di cura, protezione e rinascita. Ma sapere che esistono associazioni come Connection Hub, capaci di entrare in punta di piedi e donare il proprio tempo, è ciò che davvero fa la differenza. Quello che oggi avete fatto qui non è solo un gesto di solidarietà: è memoria, è speranza, è testimonianza civile. Ed è un invito a tutti a non girarsi dall’altra parte.”
Connection Hub non è solo un’associazione, ma una visione di comunità: un’idea forte e chiara secondo cui la vera connessione non è quella digitale, ma quella tra cuori. È la rete umana costruita tra chi può dare e chi ha bisogno di ricevere. È l’atto volontario che non cerca riflettori ma accende luce dove prima c’era buio.
La giornata si è conclusa tra gli applausi, i disegni regalati dai bambini, e la promessa di un futuro fatto di nuove visite, nuove esperienze condivise. E soprattutto la certezza che da oggi, nel cuore di tanti, ci sarà il ricordo di un momento felice.
“Oggi abbiamo piantato un piccolo seme – ha detto con emozione il presidente –. E se anche solo uno di questi bambini, un domani, si ricorderà di questo gesto e sentirà che non è stato dimenticato, allora avremo fatto la cosa giusta. Non ci serve altro.”
Connection Hub dimostra che il volontariato non ha bisogno di grandi gesti, ma di grandi intenzioni. E che anche un piccolo dono può diventare enorme, se nasce dal cuore. In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, fermarsi ad ascoltare chi soffre è forse il gesto più rivoluzionario e necessario che possiamo
compiere. Perché costruire connessioni umane è il primo passo per una società davvero inclusiva, dove ogni persona possa sentirsi vista, accolta, amata.
E il 16 aprile, alla Chiara Luce, quella connessione ha preso vita, tra le mani, negli occhi, nei sorrisi.
Un dono semplice. Ma che resterà nel tempo.