Principale Arte, Cultura & Società Maurizio Cucchi: Prefazione a Donna Giovanna, libretto d’opera di Menotti Lerro, 2017

Maurizio Cucchi: Prefazione a Donna Giovanna, libretto d’opera di Menotti Lerro, 2017

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Di Menotti Lerro conoscevo soprattutto la poesia scritta per la pagina, di cui avevo potuto apprezzare il rigore nella scrittura, frutto anche di una robustezza culturale di fondo non so quanto diffusa tra i giovani poeti del nostro tempo. Ne avevo anche apprezzato la capacità di poetare su richiesta e quasi improvvisando, come aveva dimostrato di sapere fare nel certame del premio Cetonaverde.

Questa sua nuova prova, questo aprirsi a un genere così particolare e tradizionale, eppure oggi così poco praticato, mi sembra che possa rafforzarne l’immagine, confermandone la maturità.

Dunque un libretto d’opera, con tutti i problemi che questa scelta non può oggi non comportare, nel suo passare dal recitativo al canto, in modo che le sillabe obbediscano alle note senza lasciarsene sopraffare. E qui la forza netta del tema, il dongiovannismo femminile, fa la sua parte con indubbio successo. Ma questo avviene grazie ai meriti del nostro poeta Menotti Lerro, del quale ho subito apprezzato la virtù di sapersi muovere con leggerezza, diciamo quasi con leggiadria, entro situazioni tutt’altro che lievi o agevoli, come quelle imposte dalla trama prescelta. Lerro riesce a introdurre la contemporaneità in uno schema di riferimenti d’altra epoca. Ad “anticare” la superficie del testo con una certa grazia, appunto ironica, che gli consente di giostrare tra verticalità delle arie e orizzontalità del raccolto con lodevole destrezza.

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