
Lo scorso venerdì Zelenski si è recato a Washington ed è stato ricevuto alla Casabianca per un incontro che si è concluso dopo solo venti minuti.
A precederlo non ci sono stati incontri diplomatici, come avviene di solito.
Zelenski ci ha abituato a una costante personale presenza a tutti gli incontri bilaterali e multilaterali in cui può stringere rapporti e chiedere finanziamenti e armi.
Si reca ovunque non in giacca e cravatta come fanno quasi tutti i capi di stato ma con la divisa dell’esercito ucraino.
Si fa precedere e seguire da comunicati stampa o da messaggi nei social. La diplomazia ucraina lavora anche? Non lo sappiamo. La ambasciatrice dell’Ucraina era presente fra il pubblico
Mentre tradizionalmente gli incontri fra capi di stato e di governo sono preceduti da un intenso lavoro diplomatico in cui si sono già presi degli accordi ed è stata stabilità una scaletta dei temi da trattare con Zelenski le cose vengono gestite diversamente.
Prima di questo incontro Zelenski aveva da poco dichiarato che era disposto a dimettersi se l’Ucraina fosse entrata nella Nato.
Trump gli aveva subito risposto a chiare lettere che era impossibile.
E Zelenski ha lasciato intendere allora che era disposto a firmare il contratto anche se gli Stati Uniti non possono dare garanzie di sicurezza al momento
Ma che forse verranno se si portano avanti le trattative con altri paesi.
Ma poi spiazzando tutti è venuto a Washington per chiedere l’aiuto della aviazione americana. E Trump ha risposto in diretta TV in modo un po’ teatrale che non se ne parla nemmeno. Lo ha invitato a concludere il colloquio e a ritornare solo quando vuole la pace.
Il.messaggio di Zelenski è stato chiaro. Non ha rinunciato a voler recuperare i territori persi e cerca alleanze o quantomeno aiuti.militsri.
E il messaggio di Trump anche. Non vuole continuare una guerra con la Russia per procura.
Possiamo aggiungere che vuole invece indebolire la cooperazione fra i paesi Brics cercando di portarne quanti più possibile dalla sua parte.
In particolare vuole portare dalla sua parte la Russia di Putin e probabilmente l’India di Modi.
Il paese competitor rimane la Cina che in alcuni settori tecnologico è forse più avanti degli Stati Uniti. E non si tratta delle auto elettriche.
Insomma siamo di fronte a una nuova politica estera americana.
Attilio Runello