
Le numerose sfide che attendono la nostra città richiedono, anche in questa campagna elettorale, uno sforzo di responsabilità da parte di tutti.
TARANTO – In particolare occorre che le persone migliori, quelle eticamente piu’ corrette e culturalmente piu’ attrezzate, si lascino coinvolgere, attraverso un patto trasversale, nella gestione della città. Non è infatti piu’ ammissibile che i cittadini di Taranto migliori, quelli piu’ eticamente e culturalmente piu attrezzati, si limitino a commentare e lascino gli spazi del governo della città a personaggi di basso profilo.
L’attuale situazione e le numerose sfide che attendono la nuova amministrazione comunale (e tra queste penso alla necessità di ricompattare la comunità e al bisogno di alzare il livello culturale che va decisamente migliorato, all’esodo dei giovani e all’invecchiamento della città, alla necessità di continuare sulla strada intrapresa di diversificazione delle prospettive economiche, alla risposta da dare alle tante vecchie e nuove povertà e tra queste alle solitudini diffuse) raccontano il bisogno di superare vecchie logiche che la nostra città perpetua e che negli anni hanno prodotto solo danni su danni.
Penso, tra le vecchie logiche, al populismo diffuso di chi si lamenta sempre tutto e di tutti ma non è capace di fornire una sola idea, o alle solite dinamiche della ricerca dell’uomo gradito, senza aver effettuato prima alcuna valutazione di merito, a logiche baresi o romane che spesso con il bene della città hanno poco o nulla a che spartire.
Queste logiche vanno superate e per superarle è necessario che le persone migliori, costruendo insieme un progetto di futuro, stabiliscano tra loro un patto, anche culturalmente trasversale, per il bene di Taranto. Il bene di Taranto conta decisamente di piu’ dell’appartenenza alle opposte coalizioni. Ci sono persone di grande qualità, non molte, ma ci sono, e tutte queste persone sono “spendibili” e devono per responsabilità verso i nostri figli fare un passo in avanti e porsi a servizio di un progetto di bene comune da condividere.
Non si tratta di opporsi ai partiti, che sono un valore per la democrazia, ma di essere propositivi e di aiutare i partiti ad evolversi da autoreferenzialità e da culture di steccato che non sono utili.
Da queste elezioni passa il futuro della nostra città: non possiamo nuovamente sbagliare, o lasciarci accompagnare da spartizioni tra partiti o da populismi diffusi.
Gianni Liviano