Il quartier generale della NATO a Sarajevo e la missione della Forza europea di mantenimento della pace in Bosnia-Erzegovina hanno dichiarato che impediranno qualsiasi tentativo di destabilizzazione nel Paese, dopo che i funzionari della Republika Srpska hanno annunciato che avrebbero adottato misure radicali se il loro leader Milorad Dodik fosse condannato. Dopo le osservazioni conclusive del processo al presidente della Republika Srpska Milorad Dodik e all’ex direttore ad interim della Gazzetta ufficiale dell’entità serba, Milos Lucic, per non aver rispettato le decisioni dell’Alto rappresentante della comunità internazionale, la Corte della Bosnia-Erzegovina si trova ad affrontare una pressione crescente in vista del verdetto. La sentenza di primo grado è attesa per il 26 febbraio e i pubblici ministeri chiedono condanne al carcere per entrambi gli imputati, oltre all’interdizione di dieci anni dai pubblici uffici.
Tensione in Bosnia-Erzegovina: NATO-EUFOR pronte ad agire
La Bosnia comprende due entità autonome: la Federazione croato-musulmana e la Repubblica Srpska. Ognuna di esse ha le proprie istituzioni e ci sono anche organismi a livello statale, nonché l’alto rappresentante della comunità internazionale. Dodik e altri membri del partito al governo, l’SNSD, proveniente dalla Republika Srpska, hanno annunciato misure radicali in caso di condanna. L’SNSD ha indetto una protesta di due giorni per il 26 febbraio, mentre l’opposizione nella Republika Srpska invita la popolazione a non partecipare. Tuttavia, il quartier generale della NATO a Sarajevo sottolinea che adotterà misure per prevenire la destabilizzazione, sottolineando l’importanza di preservare la stabilità, con il supporto alla missione Althea dell’UE. “Non permetteremo che si crei un vuoto di sicurezza o che la pace conquistata a fatica venga messa a repentaglio”, hanno affermato. L’EUFOR ha dichiarato in una nota separata di essere pronta a reagire. “Nonostante l’attuale stabilità, restiamo pronti a intervenire qualora si verificasse un deterioramento dell’ordine pubblico o minacce alla sicurezza dei civili”, hanno affermato. In precedenza, la delegazione dell’Unione europea in Bosnia-Erzegovina aveva chiesto di evitare di aumentare la tensione e di accettare il verdetto di primo grado della Corte di BiH.
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