
In una conferenza stampa, all’indomani dei colloqui di Riad, il presidente Usa addossa le responsabilità del conflitto in Ucraina a Kiev
‘Non avrebbero dovuto iniziare la guerra’ queste le parole che stanno facendo il giro del mondo, pronunciate da Donald Trump nel corso di una delle sue tante conferenze stampa.
Da Mar-a-Lago, infatti, il tycoon, sempre più compenetrato nel suo ruolo di pacificatore mondiale, ha dato ragguagli sull’andamento dei colloqui di pace in Ucraina, avutisi a Riad. Alla presenza della delegazione Russa e di quella Usa. Assente la delegazione ucraina
Le dichiarazioni
Un atto dovuto al mondo, al fine di evidenziare il suo ruolo di mediatore mondiale. Ma Trump, forse dimentico di alcuni passaggi della storia più recente, a chi gli chiedeva che ne pensasse sulle rimostranze di Zelensky per non essere stato presente, ha risposto: ‘“Ho sentito che sono arrabbiati per non avere un posto al tavolo dei negoziati. Ce lo hanno avuto per tre anni…. Allora non avrebbero dovuto iniziare la guerra”

Dichiarazioni di un certo peso che lasciano intuire un radicale mutamento dei rapporti Usa-Kiev e che allarmano il sonnacchioso universo europeo, ormai troppo lontano dal pragmatismo trumpiano.
Il presidente statunitense non ha dato seguito a tali affermazioni e, dopo essersi dichiarato entusiasta dell’esito dei colloqui di Riad, ha affermato di non escludere la possibilità di un incontro con Putin entro la fine del mese.
Siamo di fronte a nuovi affari tra Washington e Mosca e ad un’intesa sugli equilibri di potere nel mondo? Staremo a vedere
L’Europa
Già dalle prime battute l’antieuropeismo di Trump è stato evidente ed ora, con la guerra dei dazi in atto, è diventato tangibile. Una guerra che rischia di far barcollare ulteriormente il traballante equilibrio economico europeo.
Né è stato risolutivo, soprattutto sotto il profilo dell’unitarietà, il meeting, voluto da Macron, svoltosi a Parigi nei giorni scorsi.

Nulla di fatto, dunque, tutto da rifare!
L’Europa, come acutamente rilevato da Mario Draghi, deve cambiare il suo volto, deve essere uno Stato unico, un blocco coeso e, conseguentemente, forte. E’ tempo di dare una svolta ad una pluriennale politica europea espressasi sempre con un’estrema frammentarietà.
Il momento storico che stiamo vivendo è di radicale mutamento e sono all’orizzonte pericolose minacce imperialistiche che rischiano di causare conseguenze disastrose.
Trump e l’Europa
Alla luce di queste considerazioni, emerge la criticità del momento. Lo attestano le ulteriori dichiarazioni di Trump, venate di una sottile ironia che sfocia quasi nella derisione.
Il presidente, infatti, in merito all’invio di truppe europee di pace in Ucraina, una volta risolto il conflitto, ha risposto: ““Se i Paesi europei vogliono farlo è fantastico, sono assolutamente d’accordo”. Quanto ad un eventuale presenza di soldati americani in Ucraina, niente da fare. ‘ Siamo troppo lontani’
Poi, dulcis in fundo, ha annunciato di voler imporre, a partire dal 2 aprile, tariffe sulle auto straniere del 25% e oltre, ribadendo che tali misure sono reciproche.
Un quadro poco confortante per l’economia globale!