
Secondo un rapporto, la Turchia potrebbe istituire due basi aeree nella regione desertica centrale siriana di Badiyah, utilizzare lo spazio aereo siriano per scopi militari e assumere un ruolo guida nell’addestramento del nuovo esercito siriano sotto l’amministrazione post-Assad, che sta cercando di stabilire il governo sull’intero Paese. Ciò rappresenta la prima indicazione pubblica di una potenziale cooperazione militare a lungo termine tra la Turchia e il nuovo governo siriano di Sharaa, il leader di Hayat Tahrir al-Sham, che ha guidato l’offensiva dei ribelli. La Turchia, che è stata il principale sostenitore dei gruppi ribelli siriani che si sono uniti all’offensiva guidata da HTS, un’ex propaggine di al-Qaeda, è stata una delle prime capitali straniere a impegnarsi con la nuova leadership siriana.
Sharaa discute con Erdogan delle basi turche in Siria
Le basi militari proposte dalla Turchia sarebbero ubicate: Aeroporto militare di Palmira, Base aerea T4 (entrambe nella provincia di Homs). Un funzionario della presidenza siriana ha affermato che Sharaa avrebbe discusso dell’addestramento turco per l’esercito siriano e di nuovi ambiti di cooperazione, sebbene non siano stati confermati i luoghi di dispiegamento. I due leader, inoltre, hanno discusso degli ultimi sviluppi in Siria e delle misure congiunte da adottare per la ripresa economica della Siria, raggiungendo una stabilità e una sicurezza sostenibili nel Paese. Sharaa ha affermato che il suo governo cerca una “partnership strategica” con la Turchia e ha invitato Erdogan a visitare presto la Siria, poiché le relazioni tra i due vicini continuano a disgelarsi. Ankara aveva interrotto i rapporti con Damasco nel 2011, dopo lo scoppio della guerra civile siriana, durante la quale aveva sostenuto i gruppi di opposizione che cercavano di rovesciare Assad. La Turchia ha ospitato il maggior numero di rifugiati siriani dopo lo scoppio della guerra: oltre 3,8 milioni nel picco del 2022. La Turchia, che è stata il principale sostenitore dei gruppi ribelli siriani che si sono uniti all’offensiva guidata da HTS, un’ex propaggine di al-Qaeda, è stata una delle prime capitali straniere a impegnarsi con la nuova leadership siriana. Sharaa, domenica ha intrapreso il suo primo viaggio all’estero, in Arabia Saudita, dopo essere stato nominato presidente ad interim la scorsa settimana.
Il ruolo crescente della Turchia in Siria
In una conferenza stampa ad Ankara, Erdogan ha affermato che la Turchia è pronta ad aiutare la nuova leadership siriana nella battaglia contro l’ISIS e i militanti curdi. Inoltre, ha anche affermato di credere che il rimpatrio volontario dei migranti siriani accelererà man mano che la Siria diventerà più stabile. La Turchia continuerà quindi, a premere per la revoca delle sanzioni internazionali imposte alla Siria durante il governo dell’ex presidente Bashar al-Assad, aggiungendo che è importante che i paesi arabi e musulmani sostengano il nuovo governo di Damasco, finanziariamente e in altro modo, nel periodo di transizione. Intanto, il direttore generale della più grande banca turca, Ziraat Bank, ha dichiarato il 4 febbraio che l’istituto di credito è “in stretta comunicazione con l’autorità pubblica” in merito all’apertura di una nuova filiale in Siria. Mentre Sharaa ha affermato che il suo governo cerca una “partnership strategica” con la Turchia e ha invitato Erdogan a visitare presto la Siria, poiché le relazioni tra i due vicini continuano a disgelarsi.