Principale Cultura & Società Università, Formazione & Scuola Latino e greco ai giorni nostri: “il declino dei saperi umanistici”

Latino e greco ai giorni nostri: “il declino dei saperi umanistici”

Perché ritrovarsi a parlare delle lingue antiche, del greco e del latino, del liceo classico, degli studi umanistici in generale, quando siamo immersi in un contesto storico unicamente diretto e incentrato sullo sviluppo delle “competenze”, già alle scuole elementari con i test INVALSI, sul progresso tecnologico e soprattutto sul costante sviluppo dell’I.A.?

Il dibattito aperto e la discussione è viva, perché la crisi e “Il declino dei saperi umanistici”, come afferma Ernesto Galli della Loggia,  professore emerito di Storia contemporanea alla Normale di Pisa,  è sotto gli occhi di tutti; infatti,  nel suo articolo del Corriere della Sera, datato 26 gennaio 2025, che introduce il suo ultimo saggio “Università addio, la crisi del sapere umanistico in Italia”, in uscita il 31 gennaio 2025,  sottolinea come ormai, nell’ambito dell’istruzione, atenei compresi, le discipline umanistiche non  siano più una scelta così ambita, proprio a causa delle richieste provenienti dalla società odierna, che procedono in tutt’altra direzione: “Non ne vogliamo sapere più nulla di tutto quanto non sia traducibile subito in qualcosa di concretamente utile. Ci sembra superfluo, senza scopo, qualunque sapere che non serva ad inventare, a produrre o a migliorare una merce o un qualunque servizio sanitario o finanziario che sia, ovvero non attenga al diritto, che è indispensabile a qualunque aspetto della vita sociale”.

Dunque, una scuola che cambia nei suoi aspetti più profondi, anche attraverso alcune riforme del Ministro dell’Istruzione in carica Giuseppe Valditara, come la recente promozione di un certo tipo di indirizzo scolastico, con l’introduzione della “filiera” tecnico-professionale e la conseguente adozione del modello (4+2) da parte di molti istituti professionali: quattro anni di scuola secondaria superiore più due negli Its Academy. Giuseppe Valditara, però, sembra rivolgersi anche allo studio dei saperi che formano e sviluppano le abilità intellettuali, capacità logiche e il senso critico, la globalità della persona, con la proposta di reintrodurre il latino alle scuole medie. Rimane, però, da chiedersi il perché di questo divario “concettuale” tra le due “iniziative” educative (contraddizione?), non del tutto coerenti tra loro e con quella che dovrebbe essere la prioritaria “missione” della scuola, in ogni suo ordine e grado, ovvero la crescita umana e interiore dello studente.

 

LINGUE “MORTE” MA CHE, UNICAMENTE, SANNO “APRIRE LA MENTE” E FORMARE…

Paola Mastrocola, scrittrice e vincitrice del premio Campiello nel 2004, con Una barca in mezzo al bosco, nel suo libro Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza Paola Mastrocola, Luca Ricolfi – Libro – La nave di Teseo I fari | Libreria Universitaria ci parla di quando alle scuole medie c’era il latino e si studiava per porre delle solide basi agli studi successivi; dunque, il profondo valore di alcuni saperi fin dalla preadolescenza. In paragrafo del suo libro, ricorda con nostalgia e piacere gli anni della sua frequentazione, tra gli anni 60 e i 70:” La cosa oggettiva è che, in quei tre anni, grazie a due professoresse eccezionali, una di italiano e latino, l’altra di matematica, imparai più cose, e cose durature, di quelle che avrei imparato ne successivi anni di liceo classico. Le medie dure resero alquanto leggeri i miei anni di liceo, consentendomi, specie in latino e in italiano, di «vivere di rendita»”. “Rendita”, come intende l’autrice, equivale all’opportunità di non avere carenze e lacune sia alle scuole superiori che all’università, reintrodurre il latino alle medie; conoscere come la frase viene strutturata attraverso la logica, si traduce in possibilità per tutti i ragazzi di ricevere una solida istruzione, che permetta loro di continuare il successivo percorso scolastico, certamente più difficoltoso, con maggiori sicurezze.

Emblematico e significativo, per comprendere la vera sostanza e il valore eterno delle lingue antiche, anche il testo Perché studiare latino e greco (non) è inutile. Ora buca – LeggendoLeggendo, della scrittrice e classicista Andrea Marcolongo, adatto per una fascia di lettori più giovani. L’ autrice spiega che se pur volessimo tralasciare l’ importanza dello studio  del greco e del latino, quanto entrare in contatto con queste due lingue possa accrescere la consapevolezza del proprio essere, coscienza, apertura mentale e libertà, non potremmo però non soffermarci e non apprezzare la straordinaria eredità originata dalla Grecia e dalla Roma antica, un bagaglio di infinita saggezza, umanità e conoscenza: la scienza, la geometria, l’astronomia e la medicina, insieme all’ingegneria, la politica (democrazia) , la filosofia e le arti letterarie e poetiche.

 Roberta Favorito

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.