
Europa Verde dice basta a fondi per attività produttive fuori da ogni garanzia di rispetto ambientale e della salute
Il governo Meloni non solo non è in grado di quantificare i debiti di Acciaierie d’Italia, com’è emerso stamattina dalla risposta della sottosegretaria Bergamotto ad Angelo Bonelli, ma decide di usare ancora una volta il patrimonio destinato alle bonifiche per garantire la continuità produttiva degli impianti ex Ilva di Taranto.
Il Governo quindi approva l’ennesimo decreto legge “Ammazza Taranto: preleva altri 250 mln di euro dal patrimonio di 1 mld, sottratto ai Riva e destinato ai commissari ILVA in A.S. al ripristino ambientale, per tenere in piedi la produzione inquinante e senza autorizzazioni di Acciaierie d’Italia. Queste risorse dureranno forse qualche mese.
L’ex Ilva continua a produrre perdite e debiti, oltre che malattia e morte. Anche questo Governo è incapace di gestire una situazione fallimentare e decide usare soldi destinati alle bonifiche del sito per continuare una produzione in perdita con ulteriore inquinamento.
Con questo nuovo decreto legge in sintesi si dice:rinunciamo alle bonifiche, al risanamento del sito dovuto alla città di Taranto e ai tarantini, usiamo i loro fondi per attività produttive fuori da ogni garanzia di rispetto ambientale e della salute.
Sicuramente i lavoratori e le aziende dell’indotto non possono essere lasciati soli ed essere gli unici a pagare la crisi economica. Ma la loro tutela deve avvenire con nuovi stanziamenti, con l’attivazione degli 800 mln del Just Transition Fund per nuovi e puliti insediamenti industriali e la formazione; si diano fondi e struttura adeguata al Commissario straordinario per le bonifiche, siano attivate misure di sostegno economico, ammortizzatori sociali, ma anche incentivi all’esodo e anticipi pensionistici per i lavoratori esposti all’amianto.
Rosa D’Amato, Riccardo Rossi- Commissari Europa Verde Puglia
Gregorio Mariggiò-Portavoce provinciale EV
Antonio Lenti, Consigliere Comunale EV
Fulvia Gravame-Dirigente nazionale EV
Foto di Marco Ferrini da Pixabay