Tempestivo intervento del Comando di Polizia locale per mitigare il dissesto idrogeologico causato dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi. L’amministrazione comunale tuttavia dovrà studiare quanto prima un piano di intervento.
La strada interessata è via Parigi dall’altezza dell’incrocio con via Bruxelles al fondo valle, incrocio Via Le Fornaci.

Nell’area Le Fornaci, già transennata da molti anni, insistono numerosi tombini di ispezione alle tufare sotterranee; molti anni fa ci fu un crollo della superficie creando un paio di voragini senza adottare provvedimenti. Le grotte, tutte di natura artificiale, variano da una altezza di 10-15 metri ad una larghezza di 10 metri; sono delle vere autostrade, impressionanti. Lo scrivente è in possesso di immagini. Anche il Comune dispone di una mappatura.
Nei giorni scorsi a pochi passi da quello sprofondamento, si è verificato un ulteriore crollo interessando il margine del marciapiede.

Sono state utilizzate una ventina di transenne. Comunque lo stradone di via Parigi è stato chiuso al traffico a metà; su quel tratto insiste una gruviera di pozzetti di ispezione; ciò significa che l’ufficio tecnico è a conoscenza che tutto il quartiere di San Giuliano è ad altissimo rischio idrogeologico con sprofondamenti improvvisi. Nonostante tutto si concedono licenze di costruzione a gogo.
Circa una ventina di anni 20 la Regione Puglia concesse al Comune di Altamura 35 di milioni di euro per “tappare” alcune voragini iniettando tonnellate di cemento con delle betoniere.
Il CARS/Centro altamurano ricerche speleologiche nel secolo scorso mappò tutto il quartiere San Giuliano partendo dalle Grotte di S. Tommaso, per intenderci dalla masseria Cagnazzi (Via Santeramo) proseguendo verso Parco Pepe (Via Cassano vecchia) e la nuova chiesa del Carmine.

Tutta quella zona non è edificabile. Sono state costruite palazzine creando delle piattaforme a forma di palafitte con plinti che scendono ad una profondità di circa 20-30 metri per raggiungere lo strato roccioso, altrimenti si è sempre in presenza di calcarenite.
Le grotte che noi chiamiamo di S. Tommaso, non sono altro che delle tufare sotterrane da cui i nostri antenati estraevano il tufo nei secoli passati per edificare nel centro storico. Purtroppo la miopia delle imprese edili, e le amministrazioni del passato sollecitate a concedere licenze edilizie contro legge, hanno creato dei grossi problemi su una parte molto fragile del territorio comunale.
Se malauguratamente dovesse succedere qualche grosso crollo, oggi non ci sarebbero i responsabili; le autorità inoltre verrebbero coinvolte a proteggere le famiglie in difficoltà, con grave danno economico alle casse dello Stato e del Comune.
Siamo ancora in tempo; quelle antiche tufare possono essere utilizzate creando un percorso turistico sotterraneo. I nostri amministratori devono essere più lungimiranti; stanno distruggendo il nostro passato.