Principale Economia Monte dei Paschi di Siena tenta la scalata a Mediobanca

Monte dei Paschi di Siena tenta la scalata a Mediobanca

Il Monte dei Paschi di Siena, il più antico istituto di credito italiano si è unito all’ondata di consolidamento che ha travolto il sistema bancario italiano. Banca Monte dei Paschi di Siena ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto da 13,3 miliardi di euro sulla concorrente Mediobanca, valutando le azioni di quest’ultima a 15,992 euro, pari a un premio del 5%, con un rapporto di cambio proposto di 23 nuove azioni MPS ogni 10 azioni dell’istituto di piazzetta Cuccia. Il prezzo offerto è superiore del 5,03% rispetto al prezzo di chiusura della Borsa di Milano del giorno precedente.  La banca prevede che l’operazione venga completata entro il terzo trimestre del 2025.

Monte dei Paschi di Siena tenta la scalata a Mediobanca

Questo annuncio è l’ultimo di un settore in forte espansione. A novembre Banco BPM ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto sul gestore patrimoniale Anima Holding, mentre UniCredit sta perseguendo sia Banco BPM che Commerzbank. Pertanto, un accordo porterebbe alla creazione del terzo gruppo bancario più grande del Paese, dopo i rivali Sanpaolo e UniCredit. MPS ha sottolineato come l’operazione assocerà le sue attività commerciali e di vendita al dettaglio alle attività di wealth management e investment banking di Mediobanca. Delfin Sarl, la holding di famiglia del defunto miliardario Leonardo Del Vecchio, ha aumentato questo mese la sua partecipazione in Monte Paschi al 9,8%, dandole difatti, una voce potenzialmente significativa in qualsiasi operazione. Tuttavia, Delfin è anche il maggiore azionista di Mediobanca. Il governo italiano è ancora azionista dell’11% del Monte dei Paschi di Siena (BMPS). Lo Stato italiano deteneva una partecipazione dell’11,7% in BPM, dopo averla salvata nel 2017.

Una banca sull’orlo del fallimento

MPS ha vissuto una ripresa spettacolare negli ultimi anni. Sull’orlo di una clamorosa bancarotta, la Banca di Siena, creata nel 1472,  è stata salvata nel 2017, per una somma di 5,4 miliardi di euro, dallo Stato italiano, che ne è diventato il principale azionista. Dopo il fallimento nell’ottobre 2021 delle trattative per una fusione con la seconda banca italiana UniCredit, MPS ha faticato ad attrarre candidati per l’acquisizione. Considerato a lungo l’anello debole del settore bancario italiano, che ha registrato una perdita dopo l’altra, il Monte dei Paschi ha da allora avviato una netta ripresa dei suoi conti. Mps ha così visto il suo utile netto aumentare del 68,6% a 1,56 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2024, grazie al rimbalzo delle commissioni e dei proventi generati dai tassi di interesse. A novembre lo Stato italiano ha iniziato a sganciarsi da Mps: ha ridotto la propria partecipazione all’11,7% del capitale rispetto al 26,7% precedente.

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