Principale Estero UE: oltre 100 osservatori per le elezioni tese in Kosovo

UE: oltre 100 osservatori per le elezioni tese in Kosovo

Il governo del Kosovo ha irritato l’UE decidendo di chiudere le operazioni gestite dalla Serbia in tutto il paese. La repressione ha visto la polizia kosovara chiudere i comuni controllati dai serbi in aree chiave come Lipjan, Obiliq e Pristina, scatenando l’indignazione dell’Unione Europea la quale ha deciso quindi, di istituire una missione composta da un team di 100 osservatori per monitorare le elezioni previste per il 9 febbraio. La Serbia ha denunciato i raid come una ‘pericolosa escalation’ a poche settimane dal voto nel Kosovo a maggioranza albanese. Sia Washington che l’UE hanno criticato le chiusure con un portavoce dell’ambasciata statunitense a Pristina che ha dichiarato ai media locali che la mossa potrebbe “indebolire l’aspirazione del Kosovo a unirsi alla comunità euro-atlantica”.

UE: oltre 100 osservatori per le elezioni tese in Kosovo

In una dichiarazione infuocata, l’Unione Europea ha criticato duramente le azioni del Kosovo, affermando che hanno infranto le promesse fatte all’UE e messo a repentaglio il futuro del Paese.  L’UE ha replicato, avvertendo che la decisione del Kosovo di colpire le operazioni sostenute dalla Serbia nel mezzo di una tesa campagna elettorale va direttamente contro i suoi obblighi ai sensi del piano di pace dell’UE. “Queste azioni vanno contro l’impegno del Kosovo nei confronti dell’UE”, si legge nella dichiarazione, mentre l’UE ha promesso di tenere d’occhio la situazione. L’UE, inoltre, ha avvertito che queste mosse aggressive potrebbero minare il delicato processo di pace e rallentare la revoca delle sanzioni. Il futuro del Kosovo è ora in bilico mentre l’Unione Europea spinge per un maggiore dialogo con la Serbia per risolvere le tensioni.

Tensioni elevate

Questa è l’ultima di una lunga battaglia tra Kosovo e Serbia per il controllo territoriale. Difatti, l’animosità tra Kosovo e Serbia persiste fin dalla guerra tra le forze serbe e gli insorti di etnia albanese alla fine degli anni ’90, e Belgrado si rifiuta di riconoscere la dichiarazione di indipendenza del Kosovo del 2008. Lo scorso anno le autorità del Kosovo hanno di fatto messo al bando il dinaro serbo, chiuso le banche che utilizzavano questa valuta e chiuso gli uffici postali in cui era possibile riscuotere le pensioni. Inoltre, i serbi del Kosovo non possono più guidare auto con targa serba e devono essere in possesso della patente di guida locale. L’impennata delle tensioni si verifica dopo che i negoziati tra Kosovo e Serbia, sostenuti dall’UE e dagli USA, sono praticamente falliti nel 2023.

 

 

 

 

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