
In America le stragi nelle scuole si sprecano da sempre, a conferma che la cultura e la democrazia non stanno assolvendo alla funzione umanizzante strombazzata ai quattro venti, ma a quella opposta. Persino le guerre sono diventate attacchi terroristici mondiali e crimini contro l’umanità. Per non parlare del bullismo dilagante e spesso anche assassino.Non sono contro Galilei o contro i veri scienziati, ma contro la “pseudoscienza” asservita al mercato e alla Finanza.
La cultura umanistica e scientifica si è sviluppata per due specifiche ragioni: convertire la natura matrigna in madre premurosa se non generosa e gli umani ignoranti cavernicoli ingordi e bellicosi, in popoli pacifici produttivi e perequativi.
E va detto senza troppi giri di parole: ciò che danneggia la natura e imbarbarisce l’uomo, fingendo di istruirlo e civilizzarlo non è né scienza né fantascienza e nemmeno democrazia, è crimine contro l’umanità che sta facendo rivoltare nella tomba Platone e Galilei.
Istruzione e libertà non stanno migliorando i popoli, servono a renderli più produttivi e sfruttabili da burocrati e politici disonesti, scienziati finti e strozzini veri.
La scienza è un mezzo come l’automobile, che salvi o che uccida, lo fa ubbidendo ai comandi di un autista.
Che inducano progresso o barbarie, è sempre la qualità di scienziati, governanti, industriali e banchieri a fare la differenza.
Nell’ultimo secolo cultura e politica si sono dimostrate via via sempre più incapaci di governare i popoli istruiti, liberi e produttivi, proteggendoli dallo sfruttamento economico e dalla rapina tributaria e finanziaria.
Ma già 24 secoli fa, Platone giudicava impietosamente gli apprendisti stregoni che al governo delle democrazie si fingono onesti e capaci:
“Finché si tratta di calzolai che siano incapaci o che sian corrotti, o che si vantino di essere abili pur non essendolo, non ne verrebbe una gran perdita per lo Stato. Ma vedi bene che se fossero i custodi delle leggi e dello Stato a fingere di essere custodi, mentre non lo sono, sarebbe la Città intera a correre il rischio di una completa distruzione, proprio perché la sua felicità e la sua buona amministrazione sono nelle loro mani.”
Platone, La Repubblica, IV, 421A
Franco Luceri