
Intervista esclusiva all’autore di un’Opera lirica dedicata al Conte di Montecristo, personaggio entrato nell’immaginario collettivo
Un progetto ambizioso, quello di Mariano Panico, giovane e brillante direttore d’orchestra, nonché compositore. Dare spessore musicale alla vicenda, non avulsa da una sua storicità, del Conte di Montecristo. Personaggio consegnato all’immaginario collettivo dalla sapiente penna di Alexandre Dumas.

Un progetto costato al giovane compositore ben 4 anni di fatica, come da lui stesso dichiarato, ma anche di totale immedesimazione in un personaggio dalle mille sfaccettature, divenuto quasi simbolo dell’ingiustizia sociale, dei soprusi, di una giustizia che si piega ad interessi personali, a danno dei più deboli.
Mariano Panico, in anteprima assoluta, ci racconta i momenti più salienti della composizione di quest’Opera. E come questo personaggio, a una prima lettura immaginario, sia entrato in lui, acquisendo una sua dimensione reale, concreta. Tanto da trasmettergli l’intensità delle sue passioni, la molteplicità dei suoi demoni interiori, ma anche la sua freddezza.
Tutto in un linguaggio musicale che è decisamente intenso ed emotivamente coinvolgente.
L’ascolto
Niente, come la musica, ha un’espressività che travalica le parole, entrando nella psicologia dei singoli personaggi e mettendoli a nudo, in tutte le loro fragilità. E, in virtù di queste considerazioni, il maestro Panico, sotto nostra insistenza, in anteprima assoluta, ci fa ascoltare il preludio della scena finale dell’Opera.
Un momento musicale di straordinario pathos, in cui la melodia rivela le incertezze, i dubbi di Edmond Dantes. E la sete di vendetta cede il posto all’amore.
Rimaniamo sorpresi, ma anche coinvolti da una tale melodia e le nostre domande sono l’epilogo di un coinvolgimento emotivo determinato dall’ascolto.
L’intervista
Maestro, chi è e che cosa rappresenta il Conte di Montecristo per lei?, chiediamo, incuriositi da tale scelta.
“Il Conte di Montecristo mi ha cambiato la vita- ci risponde- Dopo la lettura del romanzo infatti, mi sono reso conto della sua straordinarietà, ma anche della sua attualità. Edmond Dantes è un giovane che ama la vita, vittima delle invidie e di oscure macchinazioni che lo portano alla prigionia.

Un giovane ingenuo, che solo grazie all’abate Faria, comprende la vita e diventa un altro. Un uomo freddo, lucido, spietato.”
Ma in che senso le ha cambiato la vita questo personaggio?
“Perché, pur essendo immerso nella musica, in qualità di direttore d’orchestra, preso da questo personaggio incredibile, mi sono dedicato totalmente alla composizione. Ovviamente supportato da anni di studio e, soprattutto, dalla guida successiva del Maestro Nicola Hansalik Samale, autore anche del libretto dell’Opera”.
Maestro, lei è giovanissimo, ma quanti anni aveva quando ha iniziato a comporre quest’Opera?
“23”, ci risponde, mentre lo osserviamo stupiti da tanta precocità e, soprattutto, dalla sua umiltà.
Ci dica, che cos’è l’Opera per lei?
“ Per me è una forma completa di teatro. In essa infatti la musica si fonde con la scena e i cantanti sono anche attori. E’ una macchina complessa, ma anche completa che rappresenta non solo la vita, ma anche le passioni interiori dei personaggi”
E, allora, perché Edmond Dantes? E in che cosa è attuale il Conte di Montecristo?
“ Quando scrivo musica devo comprendere, entrare nel personaggio. Nel caso di Edmond Dantes il personaggio è entrato in me, rivelandomi tutta la sua attualità. Le ingiustizie sociali, la condizione di molte carceri, le rivalità, gli intrighi. Insomma passioni che accompagnano un’umanità spesso allo sbando”
Ci sembra che nessun altro abbia dedicato un’opera lirica a questo personaggio
“ Tra gli italiani, di sicuro, nessuno- dice – mi sembra che ci sia un musical, un’opera pop dedicata al Conte di Montecristo”
E quando spera di portarla in scena?– chiediamo in conclusione
“ Devo dire che in questo momento, grazie alla rinnovata popolarità di questo personaggio sui canali televisivi, in molti, tra coloro che conoscono questo mio progetto, mi stanno contattando per la sua attuazione. Prevedo quindi la sua realizzazione entro l’anno o entro il 2026”

Quindi, una prima nazionale assoluta a Taranto?
“ Sì- ci risponde– pur non essendo di Taranto, amo questa città, in cui vivo e a cui devo tutto. Inoltre non dobbiamo dimenticare il forte legame con la vicenda di Dantes di Taranto.
Il tessuto narrativo del libro di Dumas, infatti, trae ispirazione dalla prigionia del padre, il generale Dumas, nel Castello aragonese del capoluogo Jonico”
Maestro, che cosa si aspetta da quest’opera?
“ Non ho aspettative, voglio che il pubblico si avvicini ulteriormente a questo genere musicale. Che ne capisca il significato. Poi vedremo le reazioni della platea”
Sorridiamo a queste parole, esprimendo la nostra riconoscenza per tanta disponibilità. E, formulando l’augurio che la regia rispetti fedelmente il libretto e il contesto storico del personaggio, ci allontaniamo quasi ansiosi di assistere alla messa in scena di questo progetto.
Quanto al successo di esso, dopo aver ascoltato una piccola anteprima di un suo momento musicale, siamo sicuri che sarà il coronamento di 4 anni di duro lavoro di questo giovane talento.
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