Principale Cultura & Società L’umanesimo anarchico del pugliese Carlo Cafiero dopo l’unità

L’umanesimo anarchico del pugliese Carlo Cafiero dopo l’unità

Nuovo appuntamento con la rassegna ” Risorgimento sullo Jonio”. Protagonista, il pugliese Carlo Cafiero, personaggio significativo del nostro Risorgimento

 

Cafiero
Locandina dell’evento

Mercoledì, 15 Gennaio 2025, presso la Sala Convegni dell’ex Ospedale Vecchio, nuovo appuntamento della rassegna  “Risorgimento sullo Jonio”, incentrato sul pugliese Carlo Cafiero.  un personaggio tanto nobile, quanto misconosciuto del nostro periodo risorgimentale.

A parlarne, Valerio Lisi, ricercatore indipendente di storia del Risorgimento italiano, membro del Comitato provinciale di Taranto dell’ISRI, autore dell’opera “Svanire d’amore e d’ideale. Inchiesta storica sullo svanimento di Carlo Cafiero”, edizioni Les Flaneurs, Reggio Calabria, 2024.

Carlo Cafiero

Carlo Cafiero, nato nel 1846 a Barletta, è stata sicuramente una figura di grande rilievo del movimento anarchico dell’800.

La sua famiglia, aristocratica e ricchissima, era originaria di Meta di Sorrento.

Laureato in giurisprudenza, a Napoli nel 1867, si trasferì a Firenze dove lavorò come consulente legale presso l’ambasciata belga. Nel 1870 decise di mettere da parte le ambizioni diplomatiche e intraprese un viaggio per l’Europa, prima a Parigi dove stette qualche mese ospite del grande pittore Giuseppe De Nittis, suo amico d’infanzia, e poi a Londra dove ebbe modo di conoscere personalmente Karl Marx ed Friedrick Engels.

Rientrato a Napoli, Engels gli affidò l’incarico di corrispondente dall’Italia per il Consiglio Generale di Londra dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori.

La locale sezione era però sotto l’influenza di Michail Bakunin, avversario di Marx all’interno dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, e Cafiero, frequentandola per un anno, finì per aderire alle idee del russo.

Con l’anarchico Errico Malatesta organizzò il moto di Castel del Monte nel 1874, poi quello del Matese nel 1877 per il quale fu arrestato ma poi prosciolto dal Tribunale.

Durante il carcere iniziò a scrivere il Compendio del Capitale, apprezzato tentativo di far avvicinare gli operai e gli studenti alla comprensione dei meccanismi economici della società capitalista, mediante uno stile di scrittura asciutto e ricco di esemplificazioni.

A seguito di alcuni arresti, subiti tra il 1881 e 1882, la sua voglia di combattere per un mondo più equo si esaurì e cadde in depressione.

Ebbe dunque un’intensa, ma breve vita. Si spense a Nocera Superiore nel 1892.

L’incontro

Introdurrà i lavori e presenterà il relatore l’avv. Francesco Guida, direttore del Comitato provinciale di Taranto dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.

L’appuntamento, con ingresso libero, é fissato per le ore 17,00, presso la Sala Convegni ex Ospedale Vecchio – Padiglione SS.mo Crocifisso, 1° piano – Taranto

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