Non amo questa musica ridondante, ma capisco che ogni generazione ha le sue mode, i suoi traguardi, le sue lotte.
Ma non avendo contezza di queste canzoni mi sono letto alcuni testi.
Premetto che in generale trovo che le canzoni, non solo in Italia, di oggi abbiano qualche ritornello di troppo.
Credevo che un ritornello fosse un gruppo di parole più rappresentative del testo, che ritornano dalle 2 alle 4 volte, ho notato che ultimamente si sentono anche 7/8 volte.
Ma a prescindere dalla metrica che non condivido, ho letto alcuni testi di Tony F. e leggo che parla di vita, di una vita tesa al consumo delle passioni, con un disperato disprezzo verso gli altri e probabilmente anche verso se stessi.
Il centro di interesse di questi autori è consumo di tutto, dalle droghe al sesso, dal denaro guadagnato nei modi più disparati, ma alla fine il messaggio è che … Non lo so.
Non ho capito da questi pseudo racconti dovremmo dedurre.
Non so capisce se la società produce questa “Arte” o questa “Arte” orienta questa società.
Credo che di solito gli artisti fotografano una società, la raccontano e non vedo perché Tony Effe dovrebbe essere un’eccezione.
Forse si vorrebbe correre ai ripari, cercare un colpevole al danno che abbiamo fatto a questi giovani privi di valori, il danno non può fare un cantante, né un mago, neanche la droga. Il danno è che c’è un salto generazionale, non ci sono esempi da seguire.
Non c’è un passaggio di testimone dai 60enni ai 40enni, c’è un salto che vede i giovani smarriti e presi da viaggi individuali verso un futuro difficile, senza che nessuno sappia guidarlo dall’altra parte perché forse ciò che sta arrivando è davvero qualcosa di nuovo, a cui nessuno è veramente preparato.
Quindi personalmente continuerò ad ascoltare canzoni del passato, forse perché superati i 45 anni, non posso che considerami un giovane del passato, con tutto il diritto di sentirmi giovane, ma non so questo tempo.
Un tempo a cui non posso partecipare, di cui non posso fare parte, il mondo che verrà, dovranno costruirselo da soli, con le loro sole braccia e quando cadranno, non ci sarà nessuno a rialzarli, dovranno farcela da soli.
Come fu per i giovani degli anni 40, i giovani di questo tempo dovranno attraversare un guado, che non è fatto di Nazifascisti, ma di qualcos’altro, di una rivoluzione grande, come un’onda da cui non tutti torneranno vivi e solo i migliori o più fortunati potranno davvero sopravvivere e ricostruire dalle macerie di ciò che sta arrivando in tutto il mondo.
Saranno la generazione da cui partirà una nuova Era, si spera più giusta, egualitaria, tecnologica senz’altro, ma anche attenta all’equilibrio tra gli elementi di questo pianeta.
I cambiamenti spaventano sempre, ma se alle spalle non avessimo fatto dei cambiamenti, oggi vivremmo nelle grotte, con l’aspettativa di vita di 20/30 anni, saremmo tutti giovani e pieni di energia ma con poche speranze di vita.
Continuerò a non ascoltare Tony Effe, ma credo sia il sintomo di un mondo che ha bisogno di distruggere tutto il vecchio che c’è per creare, si spera, qualcosa di nuovo e migliore di prima.
Valentino Angarano