“Diamanti”, l’ultimo film di Ferzan Özpetek è una grande bugia
Strumentalizza la donna, nelle sue mille sfaccettature, sottolineando con arte cinematografica i disagi noti e pluridenuciati dell’universo femminile, ma ignorando – spero non volutamente – che il vivere reale di una donna è altro.
Questa volta, l’esagerazione spinta del suo cinema è andato oltre i confini del reale: per raccontare l’essere “donna”, Donna bisogna esserlo innanzitutto.
Azzeccata artisticamente la scelta di mescolare insieme donne straordinarie del grande schermo, nomi altisonanti della Tv e della canzone italiana, unica nota di pregio del regista.
Scontate le soluzioni fantastiche e surreali dei problemi reali delle sue protagoniste. Quante donne ammazzano il proprio uomo aguzzino violento? A quante madri i figli adolescenti donano un grazie-sorriso? Quante sorelle riescono a ritrovarsi davvero in un solo abbraccio? Quante figlie vengono comprese da madri che hanno vissuto altre epoche storiche?
Nulla c’è di vero, nonostante la bravura e la fotogenia delle sue attrici.
Özpetek indugia però forse troppo su primi e primissimi piani, sottolineando ogni emozione, ogni lacrima: il melò è sicuramente il suo genere, ma spesso la musica è troppo invadente e la recitazione volutamente eccessiva. Mano mano che si arriva alla conclusione, poi, si accumulano finali su finali: sembra quasi che, indeciso su quale scegliere, il regista e sceneggiatore abbia voluto tenerli tutti.
D’altra parte ci ha messo la faccia, con tanto di occhiolino direttamente in camera: prendere o lasciare.
Meglio lasciare tutto in sala, perché fuori dal cinema non esistono le favole.
Evelyn Zappimbulso
Foto in evidenza Luisa Ranieri con Ferzan Ozpetek e Jasmine Trinca sul set (ph. Stefania Casellato)
Redazione Corriere di Puglia e Lucania