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Modello ecologico per comprendere le relazioni e modificare i valori distorti

di Yuleisy Cruz Lezcano

Nel campo delle scienze sociali, e più specificatamente della psicologia, il modello ecologico costituisce un quadro di analisi e di intervento particolarmente suggestivo. L’uso della prospettiva ecologica ha le sue origini nei lavori di Wright e Barker (1950) che assumono come riferimenti i concetti di spazio vitale e campo psicologico di Kurt Lewin (1935).

Partendo da questi riferimenti Urie Bronfenbrenner ha formulato il modello ecologico di sviluppo umano che ha raccolto nel suo libro «L’ecologia dello sviluppo umano» nel 1987. Per questo autore, il comportamento è una funzione dell’interazione dei tratti e delle capacità della persona con l’ambiente. In altre parole, l’interazione delle componenti ontogenetica e genetica, anche la socializzazione producono comportamento. Infatti, lo studioso si concentra sull’influenza dei vari ambienti che circondano un individuo, con una teoria sistemica che considera il comportamento umano come il risultato di un’interazione tra diversi strati di contesto ecologico, dal livello microsistemico (famiglia, scuola, gruppi di pari) fino a quello macrosistemico (norme culturali, leggi, politiche).

Per affrontare il problema della violenza di genere tra adolescenti e i suoi fattori di rischio, un approccio ecologico si rivela fondamentale, integrando concetti teorici, valori culturali e strategie pratiche. Un modello ecologico consente di comprendere come vari fattori interagiscano in modo complesso e multidimensionale, influenzando i comportamenti degli individui e le dinamiche sociali. Nel contesto specifico della violenza di genere tra adolescenti, questo approccio aiuta a considerare i fattori individuali, familiari, scolastici e sociali che contribuiscono alla perpetuazione di tale fenomeno. Vediamo come diversi modelli e teorie possano essere applicati per contrastare la violenza di genere tra adolescenti.

Il modello ecologico ritiene che l’essere umano sia integrato in una densa rete di relazioni; relazioni che si esprimono graficamente in strutture concentriche o nidificate e che rappresentano i contesti o ambienti di sviluppo più significativi. In questo modo, il comportamento è il risultato dell’interazione tra diversi sistemi che si sovrappongono e interagiscono. Le relazioni umane secondo questo modello avvengono in modo bidirezionale e concentrico; Cioè, ciascuno dei livelli di relazione è contenuto nel seguente.

Questa teoria costituisce un quadro per l’analisi di situazioni sociali (Bronfenbrenner e Ceci, 1994), utile pertanto per contrastare la violenza. Infatti, a differenza degli approcci teorici più individuali, questa teoria presuppone una prospettiva di interazioni che ha implicazioni rilevanti sia nell’analisi dei comportamenti sia nella progettazione degli interventi. Inoltre, dal modello ecologico, l’individuo smette di essere un destinatario passivo, e diviene un partecipante attivo, in grado di modificare le relazioni. In questo senso, per Bronfrenbrenner (1977) lo sviluppo umano è il risultato di accomodamento tra l’essere umano (attivo) e gli ambienti immediati, di carattere dinamico, che lo circondano.

Conclusioni

Nel caso della violenza di genere tra adolescenti, il microsistema può includere le dinamiche familiari e le relazioni tra pari, mentre il mesosistema potrebbe descrivere le interazioni tra famiglia e scuola. Il macrosistema riguarda la cultura dominante, le aspettative di genere e le norme sociali che potrebbero giustificare o minimizzare la violenza. La cronostoria, l’ultimo livello di Bronfenbrenner, considera anche come il contesto storico e temporale influisca sul comportamento (ad esempio, l’influenza dei social media sulla percezione della violenza tra adolescenti).

Il contrasto alla violenza di genere tra adolescenti richiede un approccio ecologico che comprenda strategie culturali e interventi multidisciplinari. Il modello ecologico di Bronfenbrenner ci fornisce una guida utile per affrontare il fenomeno, enfatizzando l’importanza di considerare la complessità dei fattori che contribuiscono alla violenza e di promuovere un cambiamento che coinvolga tutti i livelli della società.

Il coinvolgimento di educatori, psicologi, leggi, media e famiglie è essenziale per prevenire e contrastare efficacemente la violenza di genere tra gli adolescenti. Così come può essere un valido strumento la poesia, soprattutto se alla base si ha una consapevolezza della complessità del fenomeno, di cosa si comunica o meno e di come favorire relazioni empatiche e promuovere la sensibilità, approfondendo dei modelli pedagogici.

Le strategie culturali devono quindi intervenire su tutti questi livelli, promuovendo valori di rispetto, uguaglianza e consapevolezza dei diritti umani. Ed è sulla base di queste conoscenze che ho avviato un progetto itinerante per promuovere conoscenze riguardo al fenomeno violenza contro le donne, usando il mio ultimo libro «Di un’altra voce sarà la paura» come strumento. Credo che utilizzare un libro di poesia per promuovere il modello ecologico come approccio alla violenza di genere tra adolescenti è un’idea innovativa e potente. La poesia, con la sua capacità di evocare emozioni e stimolare riflessioni profonde, può fungere da strumento educativo e di sensibilizzazione, creando spazi per comprendere e affrontare temi complessi come la violenza di genere.

Per tale motivo sto proponendo il mio libro nelle scuole, dove gli studenti sotto la guida del docente possono scegliere delle poesie che trattano la paura, ma anche la forza e la speranza, dopodiché identificare come il fenomeno violenza di genere nasce non solo dall’individuo (microsistema) ma anche dalle influenze culturali e sociali (macrosistema), mettendo in evidenza la complessità e la multidimensionalità della violenza di genere e proposte per agire sia a livello del microsistema, che a livello del macrosistema, per un cambiamento della mentalità.

Fonti

“Sage Journals”. Arriaga, X.B. y Foshee, V. (2004). «Adolescent dating violence: Do adolescents followin their friends’, or their parents’ footsteps?» Journal of Interpersonal Violence, 19, 162−184.

Barnett, O.W., Miller-Perrin, C.L. y Perrin, R.D. (1997). «Family violence across the lifespan: An introduction».

“Sage Journals”. Billingham, R.E., Bland, R. y Leary, A. (1999). «Dating violence at three time periods: 1976, 1992, and 1996». Psychological Report, 85, 574–580.

Bronfenbrenner, U. (1977). «Toward an experimental ecology of human development. American Psychologist», 32, 513-531.

Bronfenbrenner, U. (1979/1987). «The ecology of human development». Cambridge, Mass: Harvard University Press. (Ed. cast.: La ecología del desarrollo humano. Barcelona: Paidós).

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