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Scuola: violenza allarmante

di Barbara Rinaldi

Cresce l’escalation di episodi di violenza contro gli insegnanti, alimentata dal silenzio o dal sostegno di alcuni genitori.

La scuola, tradizionalmente considerata un luogo sicuro di apprendimento e crescita, sta diventando sempre più spesso teatro di episodi di violenza. Negli ultimi anni, i casi di aggressioni verbali e fisiche da parte degli alunni verso i professori si sono moltiplicati, generando allarme e indignazione. Quello che un tempo era un rapporto di rispetto reciproco tra studenti e insegnanti sembra oggi minato da un crescente clima di tensione e sfiducia. Ancora più preoccupante, però, è il ruolo che alcuni genitori giocano in questa dinamica, sostenendo o giustificando comportamenti aggressivi dei propri figli.

https://www.youtube.com/watch?v=34hjL879muY&pp=ygUPYWx1bm5pIHZpb2xlbnRp

Tra i casi più eclatanti, vi è quello di un docente aggredito in aula da uno studente che si rifiutava di spegnere il cellulare durante la lezione. Al tentativo dell’insegnante di far rispettare le regole scolastiche, il ragazzo ha reagito con insulti e spinte fisiche. Pochi giorni dopo, in un altro istituto, un gruppo di studenti ha filmato la loro professoressa mentre veniva derisa e umiliata in classe. Il video è stato poi diffuso sui social, scatenando ulteriori polemiche.

In alcuni casi, i genitori non solo non condannano questi atteggiamenti, ma arrivano persino a difendere i figli. In un episodio riportato recentemente, una madre ha insultato un docente davanti agli altri studenti, accusandolo di essere “troppo severo” dopo che il figlio era stato richiamato per un comportamento scorretto. Questi atteggiamenti non fanno che indebolire l’autorità scolastica e rafforzare un messaggio pericoloso: le regole non valgono per tutti.

Molti esperti sottolineano che la radice del problema risiede in una crisi educativa che coinvolge non solo la scuola, ma anche la famiglia. Da un lato, i professori si trovano spesso soli e senza strumenti adeguati per gestire situazioni difficili. Dall’altro, alcuni genitori tendono a prendere le parti dei figli a prescindere, temendo che un rimprovero o una punizione possa danneggiare la loro autostima.

Un altro fattore chiave è l’influenza negativa dei social media, che non solo amplificano episodi di violenza o umiliazione, ma ne favoriscono la normalizzazione. Quando un video che mostra un professore aggredito diventa virale, si corre il rischio di trasformare la violenza in uno spettacolo.

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Per arginare questo preoccupante fenomeno, è necessario un impegno congiunto tra scuola, famiglie e istituzioni. Servono campagne di sensibilizzazione per promuovere il rispetto reciproco e percorsi di formazione per docenti, studenti e genitori. Inoltre, molti insegnanti chiedono l’introduzione di misure disciplinari più severe per garantire la sicurezza nelle aule.

La scuola non può e non deve diventare un luogo di conflitto. Al contrario, deve tornare a essere uno spazio in cui il dialogo, la comprensione e il rispetto siano i pilastri fondamentali dell’educazione. Solo così si potrà invertire la tendenza e ridare dignità a una professione che, oggi più che mai, merita sostegno e protezione.

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