Lucia, lux, lucis, luce, portatrice di luce, il più bel dono in un periodo dell’anno nel quale il sole è meno presente e la notte è sempre più lunga, il seme della semina dorme nel caldo ventre di Madre Terra coperta di neve, la natura è richiusa su se stessa, in attesa nel nuovo ciclo di rinascita e resurrezione.
Il giorno di Santa Lucia nel corso dei secoli è diventata una ricorrenza molto sentita e suggestiva che trae origine da riti pagani legati al periodo buio dell’anno e quindi al lento ritorno alla vita, alla luce.
Anche se, contrariamente a quanto si pensa, non è il 13 dicembre il giorno più corto dell’anno, ma il 21, quando si verifica il solstizio invernale.
L’antico detto “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” risale a prima del 1582, tempi remoti quando la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio cadeva proprio fra il 12 e il 13 rendendo quindi questo il giorno più corto dell’anno.
Riformando il calendario secondo accurate osservazioni astronomiche, Gregorio XIII (7 gennaio 1502 –Roma, 10 aprile 1585) 226º papa della Chiesa cattolica, tra i meriti scientifici durevoli di questo papa c’è anche la riforma del calendario che porta il suo nome, quel calendario gregoriano, ancora oggi universalmente in uso.
Il calendario giuliano, antecedente al gregoriano, aveva creato una discrepanza tra il calendario civile e quello astronomico. Tutto questo aveva portato ad una serie di lamentele ed era stato discusso anche dai padri conciliari a Trento.
Gregorio XIII istituì una commissione sotto la guida del Cardinale Guglielmo Sirleto alla quale contribuirono anche il matematico tedesco e il gesuita Cristoforo Clavio, professore presso il Collegio Romano.
Dopo un accurato studio il papa, con la bolla Inter gravissimas del 24 febbraio 1582, in accordo con la maggioranza dei principi cattolici e delle università, stabilì che al 4 ottobre 1582 avrebbe fatto seguito il 15 ottobre 1582 e che in futuro dovessero essere soppressi tre giorni intercalari in quattrocento anni. Papa Gregorio XIII decretò che si passasse direttamente dal 4 Ottobre al 15 Ottobre, togliendo quindi i 10 giorni di sfasatura accumulati negli oltre 10 secoli precedenti.
Il solstizio passò così al 21-22 dicembre, come oggi, ma la festa della santa rimase sempre al 13.
La celebrazione si e’ evoluta nel corso dei secoli ed ha assunto la sua forma attuale intorno al 1900 ispirandosi alle celebrazioni della Lucia di Siracusa nata intorno al 283 e morta martire nel 304.
Santa Lucia nacque a Siracusa ed è patrona della città, ma le sue reliquie furono rubate da pirati bizantini o veneziani e portata in laguna, dove ancora viene venerata e amata in una chiesa a lei dedicata, tutta bianca, vicino alla stazione ferroviaria di Venezia-Santa-Lucia.
Secondo la leggenda proprio la notte tra il 12 e 13 dicembre di un anno di carestia del ’600 spagnolo, delle navi cariche di grano, vale a dire di salvezza, approdarono senza equipaggio, nel porto di Siracusa, per intercessione di Lucia.
Da qui, forse anche il trafugamento delle reliquie. Per ringraziare l’intercessione iniziò la cottura del grano in dolce in occasione del 13 dicembre.
All’inizio del 1800 quando si e’ iniziato a celebrare Santa Lucia come patrona della città di Siracusa questi dolci si sono diffusi in tutto il Paese creando quel legame popolare che ancora sopravvive alle mode e ai cambiamenti di usi e costumi.
Il grano l’ingrediente principale e festeggiato nella cuccìa, assieme ai canditi e alla ricotta in Sicilia, mentre in Basilicata viene condito con vino cotto e, in alcuni paesi anche con chicchi di melograno.
Cosi la cuccìa diventa un dolce tipico che nel Sud Italia si prepara esclusivamente per Santa Lucia, il 13 dicembre.
Come per quasi tutto, in Italia ne esistono svariate versioni che cambiano da regione a regione, da città a città, oltre che da famiglia a famiglia, in tutte c’è il grano, ma in alcune la ricotta, in altre la crema di latte, in altre ancora la crema gialla di uovo.
RICETTE
“Cucìa” a Terranova di Pollino
Ingredienti
300 gr di grano
n cucchiaio di zucchero
Un cucchiaio di mosto cotto
procedimento
Il grano va tenuto in ammollo per 2 giorni cambiando l’acqua, quindi versato in una “ pignata”, riempita d’acqua e messa accanto al fuoco tra la notte del 12 e 13 dicembre.
Al mattino il grano è cotto, condire con il cucchiaio di mosto cotto, amalgamare bene e far assaggiare a tutta la famiglia in onore di Santa Lucia.
‘ A cuccìa” nel Lagonegrese Ingredienti 200 gr di grano 100 gr di ceci 100 gr di granturco 100 cc di olio extravergine 2 peperoncini procedimento
Versare tutti gli alimenti in una capiente padella e riempirla d’acqua sovrastando di almeno 10 cm gli ingredienti.
Far cuocere lentamente per almeno 4 ore- quando gli ingredienti sono cotti versarli in una zuppiera e condire con olio di oliva fritto con il peperoncino.
Rimestare e servire calda.
Bicchierini di “Cuccìa”
Ingredienti
400 g di grano cotto
200 g di ricotta di pecora
2 cucchiaio di zucchero
canditi a piacere
cioccolato fondente grattugiato a piacere
procedimento
Montare la ricotta con le fruste elettriche assieme allo zucchero finché non si avrà una
crema molto leggera, a quel punto passarla al setaccio e unirvi prima i canditi, quindi il grano.
Riempire i bicchierini alternando strati di cioccolato e decorare a piacere. Lasciar riposare in frigo un paio di ore prima di servire.
Occhi di santa Lucia
Ingredienti
300 gr di farina 00
100 gr uvetta passita
Un uovo
Un cucchiaio di olio
Un cucchiaio di miele
Un bicchierino di anice
procedimento
Lavate dell’uvetta passa e lasciatela in ammollo in acqua tiepida. Disponete a fontana della farina su una spianatoia e versatevi al centro un uovo, olio e miele.
Cominciate ad amalgamare il tutto, aggiungendovi poco alla volta l’ anice. Lavorare bene l’impasto, incorporando l’uvetta precedentemente triturata, e lasciate riposare.
Con l’aiuto del matterello stendete una pasta non troppo sottile, e ritagliatevi dei biscotti a forma d’occhio, decorandoli al centro con una mandorla.
Disporre i biscottini della Santa in una teglia, leggermente unta d’olio ed infarinata, e passare in forno ben caldo.
Frolle di Santa Lucia
Ingredienti
100 gr. di burro
150 gr. di zucchero
200 gr. di farina 00
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 bustina di vanillina
1 uovo
2 cucchiai di latte
zucchero a velo per decorare
procedimento
Sciogliere il burro insieme al latte; una volta raffreddato, aggiungere lo zucchero ed il tuorlo dell’uovo. Dopo aver mescolato bene, aggiungere poco per volta la farina setacciata, il lievito e la vanillina. L’impasto dovrà risultare compatto.
A questo punto stendere la pasta con il mattarello e formare una sfoglia non troppo alta. Con l’aiuto degli stampini per biscotti di varie forme ( cuore, fiore, stella,…) ritagliare le frolle e cuocerle in forno caldo a 180 gradi per 15 minuti.
Pastiera di grano di Santa Lucia
ingredienti
1/2 kg di grano
sale
zucchero
ricotta di pecora fresca
goccine di cioccolato
zuccata o frutta candita a piacere
Preparazione
Si compra il grano duro a chicchi e si mette a bagno 4-5 giorni prima del 13 dicembre in una ciotola con 3 cucchiai scarsi di bicarbonato.
Il 12 di dicembre si cuoce il grano a freddo (cioè si mette in pentola assieme all’acqua, opo aver buttato quella vecchia, 1 pizzico di sale e 1 cucchiaino di zucchero) e si lascia cuocere a fiamma bassissima fin quando è diventato tenero.
A questo punto si scola e si fa raffreddare completamente. Si prende la ricotta di pecora per una quantità equivalente più o meno al peso del grano e si monta con lo zucchero. Si passa la prima volta al setaccio d’acciaio e la seconda al staccio di nylon. Si aggiunge dunque il grano cotto, la zuccata a pezzettini e le goccine di cioccolato. Si amalgama bene il tutto e si mette in frigo a raffreddare.
Si serve come un dolce al cucchiaio decorandone la superficie, a piacimento, con scagliette di cioccolato fondente oppure con granella di pistacchio o frutta candita.
NB – Il tempo indicato per la ricetta è solo da quando si mette il grano a cuocere giorno 12. da Buoneforchette.com
Foto di Christina Zetterberg da Pixabay