ll primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato che, il ritorno del suo paese all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) è impossibile. Lo ha affermato durante un’interrogazione parlamentare, rispondendo ai commenti del Presidente russo Vladimir Putin. Putin ha recentemente dichiarato che la CSTO non poteva intervenire nel conflitto del Nagorno-Karabakh, poiché non vi è stato alcun attacco contro l’Armenia. Secondo il presidente russo, l’attuale crisi nei rapporti tra l’Armenia e la CSTO è legata alla situazione politica interna del paese del Caucaso meridionale e alle conseguenze degli eventi in Karabakh.
L’Armenia non tornerà nella CSTO
Pashinyan ha chiarito la posizione dell’Armenia nel 2021 e nel 2022, quando si sono verificati sconfinamenti territoriali e aggressioni contro il paese, che a suo dire hanno violato le “linee rosse” precedentemente concordate. Ha raccontato che gli alleati all’interno della CSTO inizialmente si erano impegnati a proteggere i confini dell’Armenia, ma in seguito hanno sostenuto che i confini non erano delimitati. Il Primo Ministro armeno ha anche sottolineato il suo rifiuto di firmare il documento finale del summit CSTO nel 2022, citando la mancanza di chiarezza e risposta riguardo alle preoccupazioni di sicurezza dell’Armenia. Ha sottolineato che questa decisione non era correlata alla situazione nel Nagorno-Karabakh. Pertanto, secondo Pashinyan, se l’Organizzazione non riesce a definire la propria area di responsabilità in Armenia, allora la CSTO in realtà non esiste. In precedenza, Pashinyan aveva affermato che la CSTO rappresenta una minaccia per la sicurezza, la sovranità e l’esistenza dell’Armenia. Pashinyan ha confermato tra l’altro, l’attuale posizione dell’Armenia, di congelamento della partecipazione alla CSTO. Inoltre, ha affermato che l’Armenia non sviluppa o discute più i documenti della CSTO, né propone o pone il veto alle decisioni, considerandosi di fatto al di fuori dell’organizzazione.
