Principale Arte, Cultura & Società “Nata con la spada”: l’avvincente storia della Onna-Bugeisha Tomoe Gozen

“Nata con la spada”: l’avvincente storia della Onna-Bugeisha Tomoe Gozen

La guerriera più famosa del Giappone.

Giappone-La visione stereotipata che contraddistingue, ancora oggi, gran parte delle nazioni nel mondo ha portato spesso a giudicare gli uomini gli unici possibili protagonisti e artefici di violenti guerre, rilegando le donne a ruoli tradizionali e di subordinazione, in cui le stesse sono solite adoperarsi per la gestione della casa e del nucleo primario, assoggettandosi totalmente al proprio partner o alle figure maschili della famiglia.

Insomma, una visione che riflette il tipico sistema patriarcale e tiranno nei confronti delle donne e, pertanto, incapace di riconoscere le qualità ed enormi competenze delle stesse spendibili in ogni ambito.

In alcune culture, fortunatamente, le donne hanno assunto posizioni prestigiose e ruoli di rilevanza fin dai tempi più antichi e questo è il caso delle Onna-Bugeishe.

Quest’ultime erano giovani astute, ma anche spietate guerriere e spie giapponesi, che sapevano dirigere le sorti di un paese e indirizzare le azioni di un’armata di guerrieri a protezione della comunità di appartenenza.

Le Onna-Bugeishe erano, infatti, designate come combattenti ancor più spietate degli uomini, che erano sempre posizionate una fila dietro a quella dei Samurai.

Tra queste colei che passò alla storia come la più capace nell’uso della Naginata (una spada caratterizzata da una lama ricurva e fissata su un lungo e flessibile bastone di legno) e raffinata artista marziale fu Tomoe Gozen.

L’uso della Naginata aiutò molte donne-guerriere a muoversi velocemente sul campo di battaglia e a colpire in maniera letale i loro nemici dato che permetteva uno spazio d’azione più ampio, grazie al vantaggio sulla distanza, annullava il divario fisico e rendeva possibile maggior vantaggio da parte di coloro che utilizzavano l’arma eccellentemente verso terzi.

La maggior parte di queste donne erano spose degli uomini più valorosi scelti in battaglia; le medesime con determinazione decidevano di stare a fianco dei loro mariti affinché potessero accompagnarli anche nei momenti più salienti della loro vita oltre che nella morte.

Tomoe Gozen rappresentò con gran valore sia la categorie delle Onna-Bugeishe sia il Bushido, ossia il “codice del guerriero”, che si basava su specifici principi, quali giustizia (Gi), coraggio (Yu), benevolenza (Jin), rispetto (Rei), onestà (Makoto), onore (Meiyo) e lealtà (Chugi).

L’Onna-Bugeish Tomoe Gozen (1161-1184) è protagonista dell’opera Heike Monogatari, in cui si narra la sua fedeltà al compagno di tutta la vita, il Generale Minamoto Yoshinaka. Assieme al Generale, Gozen divenne un leader tattico che ebbe un ruolo determinante nella guerra dei Genpei. Yoshinaka si fidava ciecamente della sua partner tanto da  mandarla in avanscoperta prima di qualsiasi battaglia come primo capitano protetta da un’imponente armatura (lo Yoroi), una pesante spada e/o Naginata e un grande arco a cavallo.

La sua impresa più leggendaria fu quella di Yokotagawara nell’anno 1181 quando non solo sconfisse da sola sette guerriere, bensì decapitò loro la testa e le mostrò come trofei.

Le sue gloriose vittorie, purtroppo, terminarono nel 1184 in modo estremamente drammatico. Il Generale Minamoto era riuscito a sbaragliare il clan dei Taira, ma la guerra non era terminata, poiché iniziò una lotta familiare interna per decidere chi sarebbe stato lo Shogun. Il principale avversario di Minamoto fu suo cugino, Minamoto no Yoritomo, il quale vantava all’interno del suo esercito il più temibile tra i guerrieri, ossia Minamoto no Yoshitsune.

Questo scontro, seppur perso fin dal principio da Gozen e consorte, portò l’onorata guerriera a scagliarsi contro l’esercito del cugino del marito per permettere a quest’ultimo di commettere seppuku o harakiri (il suicidio mediante il taglio del ventre).Ciò non fu possibile, in quanto il Generale venne trafitto da una freccia prima di potersi suicidare con dignità.

Da quel momento di Gozen non si seppe più nulla, seppur sono state avanzate varie supposizioni, come che si fosse ritirata in preghiera in onore e ricordo del suo amato per poi morire naturalmente all’età di 91 anni, che si sia suicidata in quella stessa battaglia e, infine, che sia stata catturata dal nemico e, fatta divenire sua concubina, abbia dato alla luce il guerriero Asahina Saburo Yoshihide. In remote zone del Giappone, vi è anche la leggenda che il suo spirito continua a vagare nelle strade delle città, disperato e con la testa del compagno coperto da un tessuto. Il più grande risentimento dello spirito di Gozen è non essere potuta morire con l’amore della sua vita.
Ogni anno, a Kyoto si tiene il Jidai Matsuri in data 22 ottobre, in cui è inscenata la storia di Gozen durante una spettacolare parata di due chilometri e la cui durata è di 5 ore.

Due sono i luoghi in cui potrebbe essere stata sepolta la Onna-Bugeisha secondo i giapponesi, ovvero il Tempio Gichuji nella prefettura di Shiga e il Tempio Tokuonji nella prefettura di Nagano.

In particolare, il Tempio Gichui fu fondato nel dodicesimo secolo per celebrare il signore di Kiso; ivi Gozen costruì una capanna di paglia che collocò accanto alla sua tomba e dove vi dedicò molte cerimonie commemorative. Dopo la sua morte fu edificata una lapide che porta il suo nome. Il Tempio Tokuonji, al contrario, è stato eretto in onore alla  famiglia Kiso e al suo interno vi è un mausoleo dedicato a Yoshinaka e la presunta tomba di Gozen. Il mausoleo, inoltre, è affacciato su un piccolo santuario al cui centro vi è una statua in bronzo che raffigura a cavallo la temeraria guerriera.

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