E’ il tema dell’amore visto dal cuore e dalla mente di una grande scrittrice.
Quelle che scrivono parole che appaiono pietre o perle per quanto rispondano alla sensazione che vogliono creare.
E se tutta la narrazione diventa una forte vicenda d’amore, di dolore e di morte, allora il racconto tocca corde profonde.
Signori! Siamo nel verismo di Giovanni Verga e di D’Annunzio. La classe non è acqua.
Questi due racconti “Amori moderni” e “Colomba”. Riuniti in un unico libro di 52 pagine rappresentano questo mondo sardo nel quale viveva la nostra scrittrice.
La sua tradizione la porta a indagare sui temi della coppa, sull’amore, sulla tentazione del peccato e del senso di colpa.
Nella nostra soffitta abbiamo già altri libri della nostra autrice
Grazia Deledda – Leggende sarde
Incipit
Era agli ultimi di febbraio: una sera tiepida e dolce. La signora e le figliuole del professor Rotta-Torelli, riunite intorno alla tavola ancora apparecchiata, nella saletta tranquilla la cui porta a vetri dava su un giardino incolto, discorrevano col giovane professore Antonio Azar.
A dire il vero, la signora, ancor giovane e bella, ma coi capelli bianchissimi, ascoltava in silenzio, stuzzicandosi i denti e guardando con due vivi occhi neri or l’uno or l’altro dei giovani, a misura che parlavano, senza aver l’aria di capire del tutto le loro discussioni.
Ella era figlia d’un capitano piemontese, di quelli che “han fatto la patria”, e che perciò forse non aveva avuto il tempo di curare l’istruzione della figlia, lasciandola crescere nella più completa ignoranza: ella non leggeva mai un libro, e non sapeva se i molti che leggevano le sue tre figliuole fossero buoni o cattivi.
In quel tempo in tutti i salotti d’Italia non si parlava che del romanzo Quo vadis?
– No, – diceva Maria la fidanzata di Antonio Azar, – io non ho letto e non leggerò Quo vadis? Sì, sì, appunto perché lo hanno letto e lo leggono tutti gli imbecilli, tutti gli impiegati, tutti i soldati del Regno di Italia.
Il libro della nostra autrice lo leggi cliccando qui