Principale Estero Siria: le forze anti-Assad prendono d’assalto Aleppo

Siria: le forze anti-Assad prendono d’assalto Aleppo

Venerdì le forze di opposizione siriane, hanno fatto irruzione ad Aleppo, la seconda città più grande della Siria dopo aver fatto esplodere due autobombe, ed essersi scontrati con le forze governative all’estremità occidentale della città. È la prima volta, dal 2016, che la città viene attaccata dalle forze di opposizione,  quando furono costrette ad andarsene dai quartieri orientali di Aleppo in seguito a una massacrante campagna militare in cui le forze del governo siriano erano sostenute da Russia, Iran e gruppi suoi alleati. Le milizie sostenute dall’Iran hanno una forte presenza nella regione di Aleppo dopo aver fornito un supporto via terra cruciale quando l’esercito siriano, sostenuto dalla potenza aerea russa, ha riconquistato le aree della città controllate dai ribelli nel 2016.

Siria: le forze anti-Assad prendono d’assalto Aleppo

I ribelli jihadisti siriani hanno premuto un’offensiva lampo contro le forze del governo siriano sostenuto dall’Iran e dalla Russia da mercoledì, lo stesso giorno in cui è entrato in vigore un fragile cessate il fuoco nel vicino Libano tra Israele e il gruppo militante Hezbollah sostenuto dall’Iran dopo due mesi di guerra totale. I progressi di questa settimana sono stati tra i più grandi da parte delle fazioni di opposizione, guidate da Hayat Tahrir al-Sham, o HTS, e arrivano dopo settimane di violenza latente. Si tratta dei combattimenti più intensi nella Siria nordoccidentale dal 2020, quando le forze governative hanno conquistato aree precedentemente controllate dai combattenti dell’opposizione. I combattenti hanno annunciato di avere ora il controllo della storica Cittadella di Aleppo, dell’accademia militare, e di 14 aree residenziali, nonché dell’aeroporto. Strutture critiche come il quartier generale del governatorato, il comando di polizia, il palazzo municipale e la piazza principale della città sono anch’esse cadute sotto il loro controllo. Le forze armate siriane hanno affermato che gli insorti stanno violando un accordo del 2019 che ha ridotto l’escalation dei combattimenti nell’area, che è stata l’ultima roccaforte dell’opposizione rimasta per anni. Intanto, la situazione rimane altamente fluida, con ulteriori sviluppi previsti. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha definito la ripresa dei combattimenti nel nord della Siria il risultato di un “progetto israelo-americano”, sottolineando che gli sviluppi sono conseguenti alle sconfitte del regime israeliano in Libano e nei territori palestinesi.

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