L’Unione Europea (UE) ha chiamato per consultazioni il suo ambasciatore in Niger, Salvador Pinto da Franca, dopo che la giunta militare ha messo in discussione la gestione degli aiuti umanitari da parte di una delegazione dell’UE per le vittime delle inondazioni di settembre. Il governo del Niger ha chiesto ufficialmente all’UE di ritirare il suo rappresentante, riaffermando il proprio impegno nella cooperazione internazionale, purché ciò non danneggi la sovranità, la dignità e gli interessi del suo popolo. Il Niger è sotto il governo militare da quando la giunta ha preso il potere con un colpo di stato nel 2023.
Il Niger espelle l’ambasciatore dell’UE
L’Unione europea (UE) ha convocato questo sabato il suo ambasciatore a Niamey (Niger) per consultazioni ed ha espresso il suo “profondo disaccordo” con le accuse delle autorità di transizione del paese riguardo alla gestione degli aiuti umanitari forniti dal blocco regionale alle vittime della guerra inondazioni. Le autorità transitorie del Niger hanno pubblicato un comunicato in cui “mettono in discussione” le modalità e la gestione da parte della delegazione UE degli aiuti umanitari forniti alle vittime delle gravi inondazioni che hanno colpito il Paese, accuse di cui i Ventisette hanno “preso nota”, si legge in un comunicato del Servizio europeo per l’azione esterna. Le autorità nigeriane sono insoddisfatte del comportamento dell’ambasciatore in merito allo stanziamento dei fondi destinati alle vittime delle inondazioni, che ha aperto polemiche sulla trasparenza e sull’utilizzo delle risorse stanziate, precisa l’Osservatorio nigeriano. A questo proposito, il Ministero degli Esteri del Niger ha riferito in un comunicato che è necessario “aprire un audit per determinare l’uso e la destinazione di questi fondi dati alle ONG per garantire che le risorse siano utilizzate in modo appropriato e raggiungano le popolazioni più colpite dalle inondazioni”.
Inondazioni e distruzione
A settembre, piogge torrenziali hanno causato inondazioni che hanno colpito 5,1 milioni di persone in Ciad, Niger, Nigeria, Camerun e Mali. Le piogge intense e prolungate hanno causato la distruzione di case, centri sanitari pubblici, sistemi idrici, scuole, strade, infrastrutture e aree agricole, oltre alla mancanza di accesso all’acqua e ai servizi igienici e igienico-sanitari. Il 20 settembre l’UE ha annunciato che avrebbe stanziato 5,4 milioni di euro in aiuti umanitari a favore delle popolazioni più colpite.