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Lezioni e racconti per i bambini

Ida Baccini, questa maestra fiorentina, nasce nel 1850 e muore nel 1911.

Diciamo che la sua attenzione verso il mondo dell’infanzia è legata a questa esperienza che durò appena cinque anni. Dopo alterne vicende personali approdò alla scrittura con il suo primo libro Memorie di un pulcino.

Poi arriveranno centinaia di libri, tutti firmati all’inizio con nome maschile perché c’era una sorta di pregiudizio sull’opera femminile.

Conobbe Matilde Serao ed Edmondo De Amicis. Nel 1884 assunse la direzione di Cordelia, rivista per signorine fondata nel 1881 da Angelo De Gubernatis.

S’interessò in particolare alle riviste per bambini, quali Cenerentola, il ‘Giornale per i bambini e il Giornale dei fanciulli.

Nel 1895 creò il Giornale per bambini per Licinio Cappelli Editore

Scrive l’autrice del libro

Tutti i nostri fanciulli, che pur cianciano erudita mente della semplicità di Cincinnato e della grandezza del primo Bruto, si danno i pizzicotti tra loro, fanno le boccacce al maestro e mettono in canzonatura la nonna.

Facciamoci piccoli coi piccoli, e se non riusciremo a fabbricar degli omìni, avremo pur sempre il gusto di vederci crescer d’intorno dei ragazzi buoni e garbati.

Gli Attili Regoli, Pichi della Mirandola e le Gaetane Agnesi, verranno a suo tempo! Con questi intendimenti mi sono ingegnata di metter e insieme il mio nuovo libriccino.

È un’umile cosa: ma se la lettura di queste paginette potesse far buono un fanciullo, o se cattivo, correggerlo, a me parrebbe di avere innalzato una piramide

L’immagine che mettiamo è quella di Eduvige la bambina del primo racconto.

….C’erano tanti bisogni in quella casa! Il babbo andava all’uffizio la mattina alle dieci e tornava alle cinque. È vero che prima d’andar via, metteva la carne al fuoco, dava una ripulitina alla casa e custodiva la malata: ma la sera avrebbe avuto bisogno di trovar tuttoall’ordine. E invece doveva rifarsi da una parte: riattizzare il fuoco, far bollire il brodo, buttar la minestra e disimpegnare insomma tutte quelle minute faccenduole, alle quali non si suol dare una grande importanza, ma che nonostante portano via il loro tempo! L’Eduvige s’ingegnava, poverina. Quando andava in camera della mamma, le ravviava la rimboccatura del lenzuolo, le dava la cucchiaiata o accomodava le boccette delle medicine sul comodino”.

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