Il libro di oggi è un pezzo di pura fantascienza italiana. In un sito di storia della fantascienza trovo scritto:
“ tuttavia quello che troviamo più simpatico è il robot dell’Uomo di fil di ferro di Ciro Kahn(o Ciro Khan, come compare nella copertina di un altro suo volumetto), apparso nel 1932: uno dei primi robot protagonisti di un romanzo, ben prima di Asimov e dei suoi famosi robot positronici!”.
L’autore è uno sconosciuto, non si sa nulla di lui, probabilmente uno pseudonimo di qualche altro scrittore che si è voluto cimentare in un campo non suo, non immaginando di avere un discreto successo.
Che abbia voluto pensare al più famoso Gensis, condottiero e sovrano mongolo, può darsi, anche Gustave Kahn è stato uno scrittore parigino.
Il romanzo è del 1932, siamo in piena era fascista; la storia un po’ contorta, come il nostro personaggio di fil di ferro, a metteteci gli ingredienti giusti di una storia bislacca, un inventore pazzo, una sorta di prodotto di questa pazzia che è un robot, con fattezze umane e corpo di ferro, una ragazza che si innamora, e poi il resto, conquista del mondo o perdita di tutto?
Siamo nel futuro, nel 1998 che è ancora nostro passato. C’è di tutto, la Roma è la città dei dementi, (la presa c’è stata in quegli anni..)
Ma è comunque un libro che segna un percorso. Pensate ai film moderni sui Robot, sulla loro psicologia simile a quella del genere umano e la presenza femminile, l’unica che può capire subito i sentimenti e la poesia
Ecco l’incipit del libro
PARTE PRIMA
L’INCUBO
Il sapiente atterrito.
La « Villetta Nadir » non aveva nulla che la distinguesse dalle tante altre villette, modeste e ad un solo piano, disseminate nei dintorni della metropoli. Era tuttavia ben nota da che vi viveva E.
I. Sedana: l’astronomo e filosofo insigne.
Il cancelletto cigolò lamentosamente e un individuo indistinguibile nel buio della notte ne uscì allontanandosi in fretta.
Quello che era accaduto nella villetta non fu possibile chiarirlo così presto come sarebbe stato utile.
Il Sedana la mattina seguente fu trovato dalla domestica svenuto nel corridoio, nella posa di chi sia stato arrestato in un insegui mento da una visione terrifica.
Ricuperati i sensi era sopravvenuta una febbre altissima; e medici e discepoli, al capezzale del vegliardo che non riconosceva nessuno, tentarono invano di dedurre e di capire.
Nessun segno di violenza era emerso da un attento esame della villetta. Solo si era potuto accertare la presenza fino a tardi di un visitatore con cui lo scienziato doveva aver appassionatamente dissertato su argomenti molteplici, come appariva dal tavolo dello studio carico dei libri e dei trattati più diversi.
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