Purtroppo i tanti conflitti e le crisi economiche hanno fatto passare in secondo piano i cambiamenti climatici.
È diventato importante il non detto. Da un lato ci sono i catastrofisti che prevedono entro la fine del secolo un aumento delle temperature medie di oltre tre gradi con relative catastrofi, dall’altro si comincia a capire che il green deal promosso in Europa non è così facile da raggiungere.
Inoltre va ricordato che tutti gli accordi Cop compreso quello di Parigi non sono vincolanti
Si tratta di impegni presi ma che se non rispettati non comportano nessuna sanzione.
E poi bisogna aggiungere che il paese che inquina di più è la Cina. Si stima che un terzo delle emissioni globali di CO2 siano emesse dalla Cina. La Cina è la seconda economia mondiale e produce tutto con il carbone.
Nelle Cop però i calcoli vengono fatti in un altro modo. I paesi industrializzati da lungo periodo sono quelli che hanno inquinato di più. Quelli emergenti hanno inquinato poco. I primi dunque devono pagare i secondi per l’inquinamento storico che hanno prodotto.
Lo fanno? Lo promettono ma solo una volta nel 2022: sono stati dati cento miliardi di dollari ai paesi emergenti, in gran parte sotto forma di prestiti.
Queste ragioni fanno capire perché a Baku i grandi della terra non si sono presentati. Non si sono presentati gli Stati Uniti, l’Unione europea, il Brasile, Cina, Giappone, Australia e Messico.
L’Italia è in forse e fra i paesi poveri manca la Papua Nuova Guinea, come protesta per la lentezza dei negoziati.
E forse è l’ora di dirlo. Sono le Nazioni Unite a promuovere questi incontri. E alle Nazioni Unite gli stati poveri sono la maggioranza e questi incontri si trasformano in una richiesta di soldi da parte dei paesi poveri a quelli ricchi.
Le assenze potrebbero anche essere dovute – come si sostiene – al fatto che il paese ospitante è un grande estrattore ed esportatore di gas. E l’anno prossimo il paese ospitante sarà il Brasile.
Il gas è fra i non rinnovabili quello che inquina meno. l’Italia ha investito molto sul gas. E oggi gran parte dell’energia elettrica viene prodotta con gas o rinnovabili. Inoltre anche il riscaldamento degli edifici non avviene più con gasolio, o peggio con il carbone, ma con il gas.
Il Brasile è uno fra i paesi che chiede di più in nome del rispetto della foresta amazzonica.
Attilio Runello