Principale Ambiente & Salute Inquinamento-IO ci sono. Andria BT

Inquinamento-IO ci sono. Andria BT

Dai dati dell’International Agency for Research on Cancer IARC apprendiamo la previsione allarmante che, da oggi e sino al 2050, i tumori in Italia dovrebbero aumentare del 21,4%, nonostante si stimi un calo della popolazione dai più di 58 milioni attuali a 52 milioni circa di persone. Ad Andria anche l’associazione “Io ci sono“, con il presidente Savino Montaruli, interviene con l’Amministrazione Comunale della sindaca avv. Giovanna Bruno in difesa della salute dei cittadini.

Il numero di tumori della pelle non-melanoma dovrebbe crescere addirittura del 52,2% dal 2022 al 2050, passando da 29 mila a più di 44 mila casi all’anno. In base ai dati dell’Inail le denunce per tali patologie oncologiche sono aumentate sensibilmente. Il coinvolgimento dell’Inail,  secondo Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Centrale Inail, si ha perché, talvolta, si può parlare per questi tumori come di malattie professionali.  Tra i lavoratori i più esposti sono quelli negli stabilimenti balneari, nel comparto marittimo, nei cantieri di edilizia stradale e i lavoratori del settore agricolo. Certo, afferma Patrizio Rossi, la prevenzione è il sistema di contrasto più efficace.

Tuttavia lo IARC di Lione colloca l’inquinamento atmosferico nel Gruppo 1, ovvero con la certezza verificata di essere causa di tumore. Il prof Venosi, ex componente Commissione Ambiente del Ministero della Salute, riguardo alla prevenzione, afferma che sono numerosi gli inquinanti pericolosi, ma solo una piccola parte di essi è monitorata, un dato trascurato è quello relativo alle miscele che non vengono prese in esame.

Afferma che “Gli agenti inquinanti ad oggi identificati sono in larga parte di origine antropica, prodotti  dai processi industriali, dai sistemi di riscaldamento e condizionamento degli edifici, dai mezzi di trasporto. Fra i numerosi agenti inquinanti sono monitorati il biossido di zolfo (SO2), il monossido di carbonio (CO), il monossido e biossido di azoto (NO, NO2), l’ozono (O3) e il particolato atmosferico che sono dei macroinquinanti. Ma esistono anche i microinquinanti, come gli idrocarburi policiclici aromatici, le diossine, molti metalli cancerogeni e non. In determinati casi anche alcuni di questi vengono analizzati, come il benzene in certe aree industriali. Inoltre nell’aria sono presenti anche la diossina e i dibenzofurani, che di routine non vengono misurati a causa dei costi che il monitoraggio richiederebbe. A ciò si aggiunga che anche le particelle più piccole, come il PM1, meriterebbero di essere prese in esame per la loro maggiore capacità di penetrare nel corpo umano.”

Aggiunge inoltre che “Occorrerebbe tutta una dissertazione tecnico matematica per dimostrare l’inefficacia di misurare il PM10 in peso per metro cubo(microgrammi)… Un discorso di tutela dovrebbe riguardare la numerosità non il peso. Atmosfera, suolo, acqua, tutto è occupato da inquinanti”.

In uno studio recente, divulgato in due pubblicazioni sulle riviste Science of the total Environment (link)  e Scientific Data del gruppo Nature, sui tassi di mortalità italiana per 23 macro categorie di tumori, scienziati delle Università di Bologna e di Bari, quindi dell’Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, hanno analizzato la correlazione tra la mortalità per cancro, i fattori socio-economici e le fonti di inquinamento ambientale in Italia, a scala regionale e provinciale, utilizzando  anche metodologie di intelligenza artificiale.

È emerso che la distribuzione della mortalità per tumori su scala provinciale non è né casuale né spazialmente ben definita. Si è rilevato tuttavia che spesso nelle aree con un livello di inquinamento ambientale più elevato il dato della mortalità supera la media nazionale, indipendentemente dalle abitudini di vita della popolazione.

L’analisi di 35 sorgenti di inquinamento ambientale (come attività industriali, uso di fertilizzanti o pesticidi, inceneritori, densità di veicoli a motore, etc.) ha rivelato che, per 19 categorie di tumori su 23, esiste una distribuzione spaziale associata alle fonti di inquinamento. Tra queste le più comuni sono risultate il basso livello della qualità dell’aria, la presenza di siti da bonificare.

Per le aree regionali, nel Nord Italia, dove le fonti di inquinamento sono notevoli, si registra un tasso di mortalità per tumori più elevato rispetto ai livelli delle regioni meridionali, anche se gli abitanti hanno uno stile di vita più sano in quanto fumano meno, è meno diffuso il sovrappeso, hanno un reddito più elevato e un migliore accesso all’assistenza sanitaria, inoltre consumano maggiormente alimenti di origine vegetale.

Si ipotizza pertanto che un migliore stile di vita e una maggiore attenzione alle problematiche socio-economiche e sanitarie possano ridurre solo in parte il rischio di morire di cancro per i residenti di un’area, se la qualità dell’ambiente viene sottovalutata.

Gli allarmanti dati del Registro Tumori in varie province italiane, anche in Puglia e tra queste nella provincia Bat (Barletta Andria Trani) sono gli argomenti che saranno affrontati ad Andria in un incontro pubblico promosso ed organizzato dalla sensibile amministrazione comunale e dall’ASL BT, nel giorno di mercoledì 30 ottobre alle ore 18.00 al palazzo di città, in concomitanza con il consiglio comunale.

Si tratta di un invito al pubblico rivolto dalla Sindaca di Andria, avv. Giovanna Bruno, che ha annunciato l’incontro pubblico sulle pagine istituzionali del comune di Andria.

Nel corso del Consiglio in sala consiliare sarà presente l’associazione “Io ci sono” con il suo Presidente Savino Montaruli che consegnerà la petizione Pro Salute,  con più di 5mila firme. Inoltre in tale contesto il presidente intende chiedere alle competenti Autorità interventi reali e concreti in materia di salvaguardia e tutela della salute dei cittadini.

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