Con il suo ultimo film il regista danese-iraniano Ali Abbasi ha innescato l’ira funesta dell’ex Presidente degli Stati Uniti d’America.
Fresco di uscita nelle sale, The Apprentice ritaglia il percorso personale compiuto da un giovane Donald Trump, interpretato da Sebastian Stan che, come una crisalide, si è trasformato da ragazzino smarrito in un magnate del mercato immobiliare degli anni 80, dietro la guida cinica e spietata dell’avvocato Roy Cohn (Jeremy Strong), noto alle cronache per il suo contributo nella lotta – anche sanguinaria- al comunismo portata avanti da McCarthy.
Il film prende il nome dal reality show creato da Mark Burnett e condotto dalla stesso Trump tra il 2004 ed il 2017, dove i concorrenti si sfidavano per ottenere un poso di lavoro o dei finanziamenti da qualche imprenditore per i loro progetti.
Il tycoon, proprio con il forte ed animato metodo comunicativo che lo contraddistingue, ha mostrato il suo “interesse” per questo suo autoritratto, definendolo “falso e privo di classe”, “un colpo basso, diffamatorio, politicamente disgustoso”, contribuendo così a dare avvio a quel passaparola mediatico che, anche solo per inerzia, dona energia al suo stesso nemico. Si sa, in questo come in altri settori, per stare sull’onda, l’importante è che il mare sia mosso, anche se il rischio di annegare. Anche il tempismo di uscita del film non placa gli animi, considerando che manca meno di un mese alle elezioni americane ed i sondaggi che lo vedevano trionfante pochi mesi fa, cominciano a vacillare dopo l’entrata in campo della contendente Kamala Harris.
Il cinema ha una lunga lista di film incentrati su figure politiche, ed il conflitto tra artisti e uomini di potere oramai è un fenomeno conosciuto; basti pensare all’ostilità di George W. Bush verso W. di Oliver Stone e, in casa nostra, di Andreotti verso Paolo Sorrentino, dopo il ritratto che il regista partenopeo ne ha dipinto con Il Divo
Il film verrà distribuito a livello mondiale, fatta eccezione degli Emirati Arabi Uniti e del Kuwait, dove è stato improvvisamente censurato proprio negli ultimi giorni, paesi con cui sembra che l’ex Presidente abbia ottime intese,
In questo gossip a stelle e strisce, lo stesso Ali Abbasi non ha incassato passivamente lo sfogo isterico del suo soggetto ispiratore, pubblicando un post sul proprio profilo X, ringraziando Trump per il regalo che gli ha riservato, una campagna pubblicitaria gratuita. “Sono disponibile a parlarne ulteriormente se vuoi”, scrive, “oggi è una giornata impegnativa con molta pressione per The Apprentice, ma potrei essere in grado di chiamarti domani”.
L’apprendista che fa attendere il maestro.