Sulla scena del Teatro Fusco di Taranto, ieri sera, prima esecuzione assoluta in tempi moderni dell’azione comica ‘Lo spettro errante’, opera buffa in due atti.
Tra onirico e fiabesco, in una realtà scenica atemporale, vagamente riecheggiante il contesto settecentesco, è andata in scena ieri sera l’opera buffa in due atti ‘Lo spettro errante’, o, per meglio dire, ‘Il finto spettro’ di Mattia Verazi, autore del libretto, ma anche colui il quale assemblò vari pezzi già composti da Paisiello per altre sue opere, unitamente a pezzi di attribuzione incerta.
Un utilizzo della musica, un pasticcio che oggi farebbe inorridire, ma che all’epoca era abbastanza frequente, soddisfacendo le esigenze delle corti, di certo non molto competenti in ambito musicale, ma aduse all’intrattenimento musicale.
E fu proprio nel lontano 1776 che questa opera buffa fu rappresentata per la prima volta alla Corte Elettorale Palatina di Mannheim, in Germania.
Oltre al suo valore storico-musicale, quindi, (fu infatti una delle prime opere buffe tagliate in due atti, dando il via a una moda che imperversò da 1780 in poi), lo ‘Spettro errante’ rappresenta un’espressione tangibile dei gusti e della cultura dell’epoca, non solo in ambito musicale, ma anche in ambito letterario.
Il ‘700, tra cortigianeria e cultura popolare
Le disparità sociali del ‘700, infatti, si esprimono nei vari ambiti del patrimonio artistico, ma sono ancor più immediate e tangibili in ambito teatrale, che se nelle corti privilegia l’intrigo scenico accompagnato dalla musica, nel popolo si esprime nella commedia dell’arte. Vera pietra miliare dell’espressione teatrale della massa, basata sul canovaccio e non su un testo codificato.
I temi sono ricorrenti e simili, sia nelle corti che presso il popolo. L’amore contrastato, l’intrigo, abitualmente ordito dal servo, e la rivelazione finale che è anche la sublimazione dell’amore. Un lieto fine dunque, in cui tutti soddisfano le loro ambizioni amorose.
Insomma un vero e proprio remake del tessuto narrativo delle commedie plautine, dove l’improvvisazione è quasi d’obbligo, come appunto nella commedia dell’arte.
Alla luce di queste premesse appaiono evidenti il valore e il significato dello ‘Spettro errante’, sia sotto il profilo musicale, sia sotto il profilo storico culturale.
Lo spettro errante del Giovanni Paisiello Festival
Una scelta rilevante, ma anche coraggiosa dunque quella di Lorenzo Mattei, direttore artistico del Giovanni Paisiello Festival 2024, che ha dato un taglio di notevole spessore a questa XII edizione del Festival.
L’opera rappresentata ieri sera infatti non era facile. Tante le complessità e le difficoltà, dal punto di vista scenico, ma anche e soprattutto musicale.
E, forse, in questa ottica va considerata la regia di Piero Mastronardi che, delimitando con estrema linearità uno spazio scenico non definito temporalmente, ha creato un’atmosfera quasi onirica. Un’atmosfera in cui i protagonisti, caratterizzati da abiti estremamente fantasiosi, curati da Flavia Tomassi, si sono mossi evocando, almeno musicalmente, il contesto storico dell’opera rappresentata.
Straordinaria la direzione d’orchestra del maestro Domenico Virgili che, tra molte difficoltà, è riuscito a dare vigore all’espressione musicale dell’orchestra del Conservatorio Paisiello di Taranto. Coordinando, con un andamento decisamente più moderato, le vocalitò dei cantanti, Virgili ha dato così luce e colore anche ai punti oscuri dell’esecuzione dell’orchestra.
Bravi gli interpreti! Da Gianpiero delle Grazie, un don Alonzo dalla potente vocalità, a Sara Intagliata, bravissima nei panni di un’effervescente Donna Leonora, da Manuel Caputo, il don Gonzalo della scena, a Martina Tragni, deliziosa e convincente Donna Costanza, fino al bravo Marco Saccardin, nei panni di Diego, tutti hanno dato il meglio di sé, ottenendo il plauso del pubblico.
Il Bilancio
Sta per calare il sipario, dunque, su questa edizione di un Festival, ideato e voluto dall’Associazione musicale Amici della Musica Arcangelo Speranza di Taranto. Oggi infatti, alle 18,00 , andrà in scena la replica dello ‘Spettro errante’ e i riflettori si spegneranno su un’edizione che ha riservato non poche sorprese, sia sul piano delle scelte musicali che su quello degli interpreti.
Scelte abitualmente considerate di nicchia, ma che, sicuramente, hanno incontrato il favore del pubblico.