Su questa scrittrice non ci serve indagare sul luogo di nascita, come fanno le biografie ufficiali, anche se alla fine si è scoperto persino anche l’ora di nascita, ovvero le due di notte e il giorno di battesimo, il 2 febbraio 1850, nella parrocchia di San Leonardo a Cerreto Guidi. in provincia di Firenze.
Si sa che il padre, Federigo Perodi, era un ingegnere e la madre Adelaide Morelli Adimari aveva nobili origini.
Quindi agiatezza che consentì apprendimento e buona educazione, nonché una grande indipendenza, tale da consentirle di girare l’Italia e l’Europa.
La sua peculiarità di scrittrice per l’infanzia nasce dal fatto che dal 1887 diresse il “Giornale per i Bambini” pubblicato a Roma, con il quale aveva collaborato prima per sette anni.
Un’ esperienza che la maturò sul piano professionale.
“La sua opera principale fu ‘Le novelle della nonna’, pubblicata fra il 1892 e il 1893, una raccolta di racconti fantastici ambientati nel Casentino, i quali, pur essendo destinati ai bambini, contengono temi inquietanti, goticheggianti, quasi horror, che sono apprezzabili a pieno da lettori maturi” (Wikipedia)
Morì nel 1918 a Palermo, dove aveva lavorato per circa 20 anni pubblicando le sue opere presso l’editore Salvatore Biondo.
Abbiamo letto la prima favola per testare il terreno.
E’ un formidabile intreccio antropologico e religioso, con angeli e demoni, scritti con una prosa perfetta, che mette il lettore accanto ai bambini che ascoltano la nonna raccontare. Se qualcuno ha mai immaginato visivamente una nonna raccontare è sicuramente questa “regina” ..:
“ In una casa di Farneta, piccolo borgo sulla via di Camaldoli, la famiglia del contadino Marcucci era tutta riunita sotto l’ampia cappa del camino basso, che sporgeva fin quasi a metà della stanza.
Il camino, nel quale crepitava un bel ceppo di faggio, era grande davvero, altrimenti non avrebbe potuto contener tanta gente, perché i Marcucci erano un subisso!
Il vecchio capoccia era morto, la moglie gli sopravviveva, e intorno a lei erano aggruppati i cinque figliuoli maschi, i quali avevano tutti moglie, meno l’ultimo, Cecco, che era tornato da poco dal reggimento, e aveva sempre addosso la tunica d’artiglieria.
I quattro fratelli maggiori si ritrovavano di già la bella caterva di quindici figliuoli, fra grandi e piccini, così che fra la vecchia Regina, le nuore, i figliuoli e quei quindici nipoti, facevano venticinque persone”.
Tutti ad ascoltare le novelle della nonna!
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