Attilio Runello
Per la seconda volta in due anni l’Emilia Romagna è stata colpita da nubifragi, che hanno fatto esondare dei fiumi e generato alluvioni, di cui ancora non si vede la fin
Sembra che non ci siano morti. Ed è già una buona notizia. Gli sfollati somo duemilacinquecento.. Molte le persone rimaste in casa nei piani alti Per interrogarsi sulle cause oggi ci si rivolge ai climatologi. I climatologi spiegano che si tratta di un fenomeno atmosferico che porta forti piogge che è stato battezzato Boris. Ha colpito anche altri paesi del centro Europa. Spiegano che questi fenomeni ci sono sempre stati. Ma che negli ultimi anni sono diventati più frequenti. E hanno una maggior intensità. Dopo aver denunciato l’eccessiva urbanizzazione anche i climatologi riconoscono che bisogna tenere gli alvei dei fiumi puliti e creare vasche di laminazione. La regione è attraversata da venticinque grandi fiumi. La maggior parte nascono dagli Appennini e confluiscono nel Po. Sono state realizzate più di venti dighe. Hanno lo scopo di trattenere l’acqua quando piove molto e rilasciarla quando manca. Per esempio la diga Ridracoli realizzata sul fiume Bidente è in grado di trattenere trentatré milioni di metri cubi di acqua. I fiumi interessati da esondazioni sono quattro: Lamone, Senio, Marzeno e Montone. Nessuno di loro ha una diga a monte che trattiene l’acqua quando piove molto. Le dighe inoltre sono usate per la produzione di energia idroelettrica, quindi energia prodotta con fonti rinnovabili. Comportano naturalmente la creazione di una barriera di cemento e la creazione di un lago artificiale in qualche gola o valle. E tutto questo non è amato dagli ambientalisti. Ma di fronte alle alluvioni non dobbiamo ritornare a rivolgerci agli ingegneri idraulici? Che sono gli unici che sanno come si fa a trattenere trentatré milioni metri cubi di acqua.
Attilio Runello