di Vincenzo Caccioppoli
Dopo lo scandalo suscitato dalle dichiarazioni fatte qualche mese fa, durante un comizio, sui presunti rapporti avuti con esponenti della malavita barese per “presentare” loro il neo sindaco della città Antonia Decaro, adesso un’altra situazione piuttosto imbarazzante investe il governatore della Puglia, Michele Emiliano.
Si tratta di un appalto da 41 mila per arredi affidato alla Emiliano srl, ditta dei fratelli del governatore. La vicenda viene raccontata dalle pagine baresi del Corriere della sera. tavolini e sedie. divani e un forno a microonde, si legge nella cronaca del giornale. E’ chiaro che il fatto che la società appartenga ai familiari del governatore ha suscitato indignazione e proteste dai banchi dell’opposizione, ed anche qualche perplessità da quelle da parte di una maggioranza, che non sembra proprio granitica nell’appoggio al discusso governatore pugliese. “È una vicenda quasi surreale – afferma Tommaso Scatigna, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – perché evidenzia il livello di onnipotenza di Emiliano. Le regole basilari di rispetto dell’opportunità vengono meno.
Chiediamo che chiarisca». In particolare, l’affidamento deriva da trattativa diretta e ha previsto l’invito di altre due aziende che non hanno presentato l’offerta nonostante siano dello stesso settore. «La prestazione oggetto di esame – è riportato nella determinazione – riguarda, per l’area ristoro, la fornitura di 4 tavolini rotondi, 2 divani da 2 posti (colore blu, di materiale similpelle ignifugo), 13 sedie; 1 tavolino d’attesa (cm 59×25) e 1 tavolino d’attesa (cm 42×45), 1 forno a microonde, 1 frigo da incasso a 2 porte, 1 mobile di servizio creato su misura. Mentre per l’area biblioteca 4 divanetti con struttura in legno e rivestimento in ecopelle di vario colore; 4 poltrone con strutture in legno e rivestimento in ecopelli di vario colore e 2 tavolini». La società, che Michele Emiliano non gestisce in alcun modo, si spiega in una nota della presidenza, avrebbe ottenuto l’affidamento grazie a una procedura negoziata.
E sarebbe quindi stata selezionata nell’ambito di una procedura dirigenziale condotta con le società presenti nel portale elettronico. “Il soggetto, Emiliano srl – si legge nella determina – ha elaborato la propria migliore offerta, pari ad un ribasso in percentuale del 1%, da applicare all’importo totale della prestazione da espletare, non considerando soggetti a ribasso il costo della manodopera ed i costi della sicurezza”. Malgrado il governatore abbia fatto subito sapere di essere totalmente all’oscuro della vicenda, e malgrado la vicenda non sembra essere gravata da nessuna ipotesi di illecito, avendo la ditta appaltatrice tutti i requisiti di legge per partecipare al bando in oggetto, restano però alcune ombre dal punto di vista dell’opportunità politica della cosa.
Le opposizioni, Fdi in testa, hanno comunque fatto sapere che chiederanno spiegazioni in aula in merito all’opportunità e alla trasparenza del processo di assegnazione. Ma anche altre voci critiche si sono levate contro quella che spesso viene definita come una gestione un po troppo allegra della cosa pubblica da parte del governatore Emiliano. Antonella Laricchia, consigliera regionale, ex del Movimento Cinque Stelle (candidata alla presidenza della regione Puglia e nota come la dissidente del Movimento perché contraria ad alleanze con Emiliano), ha dichiarato alla stampa che : «Si tratta di qualcosa di assolutamente legale, va detto e chiarito. Non si spiega però perché – sottolinea – perché si affida un appalto ai fratelli del presidente considerato che mancano le caratteristiche di unicità tali che giustificherebbero le ragioni per rivolgersi direttamente a loro.” A proposito dell’eventualità che possa essere presentato un esposto in magistratura, l’ex esponente del movimento di Conte in consiglio regionale, è stata piuttosto sibillina : «Ancora non lo so.
Al momento valutiamo un intervento interno al Consiglio regionale, attraverso gli strumenti che sono a mia disposizione da consigliera eletta. Certo è che interrogare la magistratura non può essere un danno, sebbene suppongo che in questo caso ci si sia mossi nel perimetro della legalità. Andrebbe chiarito, vista l’inutilità di quegli arredi, se poi l’azienda avesse davvero bisogno di liquidità per motivi economici che non posso immaginare».