Presentata questa mattina nel Salone degli Specchi di Palazzo di Città a Taranto, la XXII edizione del Giovanni Paisiello Festival
Si é svolta questa mattina, presso il Salone degli Specchi di Taranto la conferenza stampa per la presentazione della XXIIesima edizione del Paisiello Festival.
Sono intervenuti Angelica Lussoso, assessore alla cultura del Comune di Taranto, Vito Caliandro , direttore del Conservatorio Statale “Giovanni Paisiello” di Taranto, Paolo Ruta, presidente degli Amici della Musica “A. Speranza”, nonché il direttore artistico del festival, Lorenzo Mattei, che ne ha presentato il programma.
La presentazione
La XXII edizione 2024 del Giovanni Paisiello Festival si presenta ricca come non lo è mai stata dal momento che offre al pubblico ben tre melodrammi, poiché tali vanno considerati i due oratori qui proposti che già nel loro tempo funzionavano come ‘drammi sacri’ ossia come opere serie susoggetto biblico o agiografico.
Il Faraone sommerso (1709) di Nicola Fago, il più celebre operista, nato a Taranto (ovviamente se si esclude Paisiello!), è tratto dal Libro dell’Esodo e rende con musiche di coinvolgente pathos la vicenda di Mosè e Ramses, entrata nell’immaginario collettivo grazie a film come I dieci comandamenti o Il principe d’Egitto.
L’ensemble barocco La confraternita de’ Musici, diretto da Cosimo Prontera, restituirà le emozioni, a tratti davvero struggenti, che ispirarono una delle partiture oratoriali più intense del primo Settecento.
Di maggiore solennità e densità contrappuntistica è la musica della Fede trionfante scritta nel 1683 suiversi di Giuseppe Castaldo da Donato Ricchezza (1651-1731) un compositore-sacerdote materano che per quasi quarant’anni fu organista e maestro di cappella presso la congregazione dell’Oratorio dei Girolamini di Napoli, nel cui archivio si conservano i suoi autografi oggetto di recenti riscoperte musicologiche.
Ad eseguire questa pagina, nata come opera celebrativa che vede tra i personaggi nientemeno che l’imperatore Leopoldo e Giovanni, re di Polonia, sarà l’ensemble barocco Hof- Musici fondato a Praga nel 1991 da Ondrej Macek, specialista del repertorio e direttore artistico del teatro di Cesky Krumlov uno dei pochi al mondo ad avere ancora in uso gli elementi scenotecnici originali di metà XVIII secolo.
La Fede trionfante segna l’inizio di un’importante collaborazione internazionale che vede il Giovanni Paisiello Festival partner del ministero della Cultura della Repubblica Ceca.
Il terzo melodramma è, invece, un’opera vera e propria ma a suo modo una ‘chicca’ inedita. Il 26 novembre 1776, alla corte elettorale palatina di Mannheim, andò in scena l’«azione comica» Il finto spettro (o Lo spettro errante come reca l’unico manoscritto conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi sul quale si è basata l’edizione a cura del M° Giuseppe Labadessa). Un libretto scritto dal celebre poeta di corte Mattia Verazi per assemblare vari pezzi già composti da Paisiello nella Frascatana (Venezia 1774) e nella Due contesse (Roma 1776).
Si tratta di una delle prime opere buffe tagliate in due atti, una moda che prese campo appieno solo dopo il 1780. I personaggi sono ridotti a cinque, secondo i desiderata della corte tedesca, preoccupata di contenere la durata degli spettacoli (il cast è formato da cinque giovani talenti per la maggior parte pugliesi).
La logica del ‘pasticcio’ (così si indicava la pratica di cucire insieme pezzi già scritti da uno o più operisti) non inficia la qualità letteraria e drammaturgica di un testo che fa leva sulla mescolanza di toni faceti ad altri tipici del gusto orrifico.
Questa natura comica e sentimentale a un tempo stesso fa di questo lavoro un prodotto gustosissimo per il pubblico contemporaneo.
L’identità del Festival
Lo sforzo produttivo richiesto dai tre allestimenti operistici è stato controbilanciato da quello teso a rimarcare un aspetto identitario del festival. Il sostegno alla ricerca musicologica. Ecco allora che, in perfetta simmetria con le opere, tre sono gli appuntamenti squisitamente letterari. Due presentazioni di libri – riguardanti l’operismo napoletano (Il secolo d’oro della musica a Napoli, meritorio progetto editoriale curato da Lorenzo Fiorito che giunge al suo quarto volume) e l’epistolario paisielliano (il primo tassello del mosaico formato dall’ampio corpus di lettere è stato curato da Paola De Simone, già vincitrice del Premio Giovanni Paisiello Festival nel 2022) – e un convegno nel quale si valorizza il rapporto culturale che, nel corso di quattrocento anni, ha legato Taranto a Napoli, città qui emblematizzate dai fiumi il Tara e il Sebeto che nei loro nomi ne raccontano il passato mitico.
Gli appuntamenti del Giovanni Paisiello Festival coinvolgono ufficialmente le iniziative di Terza missione (che dopo Didattica e Ricerca rappresenta il public engagement) dell’Università di Bari ribadendo uno sforzo di profonda collaborazione con le massime istituzioni culturali del territorio pugliese.
La consueta attenzione al mondo della musica strumentale quest’anno si condensa nel recital di Kim Misol, vincitrice del concorso pianistico Arcangelo Speranza, emanazione della gloriosa (e già centenaria) associazione musicale tarantina dalla quale 22 anni fa nacque il Giovanni Paisiello Festival.
In occasione della prima delle due recite dello Spettro errante verrà consegnato il Premio Giovanni Paisiello Festival che, come ogni anno, premia una personalità o un’istituzione che ha saputo valorizzare la figura e l’opera del massimo compositore tarantino.
Lorenzo Mattei
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