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Anna Neera Zuccari – Una giovinezza del secolo XIX

La nostra ottocentesca scrittrice ha avuto un chiodo fisso nella sua narrativa: l’analisi della condizione femminile.

Diciamo che l’approccio, se vogliamo approfondire, appartiene al sociologismo descrittivo, saggistico e non alla visione femminista.

Difatti ella accetta il ruolo socialmente subordinato, limitandosi a rivendicare le ragioni del cuore e della sensibilità femminile a fronte della mediocrità della realtà quotidiana nella quale le protagoniste dei suoi romanzi finiscono per ripiegare.

Il suo vero nome è Anna Zuccari Radius nata a Milano e vissuta dal 1846 al 1918

Nacque in una famiglia borghese da Fermo e da Maddalena Manusardi, che morì quando Anna aveva solo dieci anni.

Conclusi gli studi elementari, rimase nella casa paterna fino alla morte del padre nel 1866, circostanza che le impose di trasferirsi a Caravaggio presso due zie nubili, vivendo in precarie condizioni economiche; nel 1871 sposò il banchiere Emilio Radius, con il quale ebbe due figli, Adolfo, che divenne ingegnere, e Maria, che sposò nel 1898 l’editore e giornalista Guido Martinelli.

Raggiunta la tranquillità economica e ristabilitasi a Milano, vi frequentò l’ambiente letterario, esordendo nel 1875 come scrittrice di novelle pubblicate in importanti riviste del tempo – il «Pungolo», «L’illustrazione italiana», il «Marzocco» – viaggiando ed entrando in contatto con Verga e Capuana, esponenti della corrente letteraria del Verismo, alla quale ella stessa aderì.

Nel 1890 fu tra i fondatori della rivista «Vita intima», che tuttavia cessò le pubblicazioni l’anno dopo.

Negli ultimi anni Neera fu colpita da un tumore che le impedì di scrivere e la condusse alla morte nel 1918. – ma riuscì a dettare le sue memorie, “Una giovinezza del secolo XIX”, pubblicate postume nel 1919 -.

Una giovinetta de l’800, come viveva, il suo ambiente di relazione, gli svaghi, gli impegni.

Nella prefazione Benedetto Croce ne elogia l’abbondanza di pensieri e affetti. Dunque è una lettura allettante.

La scrittrice e alla fine della sua vita, siamo nel 1917 e scrive raccontando in forma di commiato nei confronti dei lettori.

“Che cosa ne uscirà da questo libro nato da un profumo non so, no voglio saperlo” si domanda in punto iniziale la scrittrice.

Che ne dite? Cerchiamo di saperlo noi. Il libro è qui 

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