Principale Ambiente & Salute Si aggrava, giorno dopo giorno, la situazione della ex Ilva di Taranto

Si aggrava, giorno dopo giorno, la situazione della ex Ilva di Taranto

“L’Ilva va sospesa se presenta gravi pericoli per la salute e l’ambiente”

Se l’acciaieria della ex Ilva di Taranto presenta gravi e rilevanti pericoli per l’ambiente e la salute umana, il suo esercizio dovrà essere sospeso. La sua chiusura spetta al Tribunale di Milano, che ha avviato la causa di rinvio pregiudiziale nell’ambito dell’azione inibitoria collettiva, promossa dai cittadini di Taranto, per la tutela dei loro diritti alla salute e all’ambiente salubre, gravemente lesi dall’acciaieria ex Ilva. La Direttiva della Corte di Giustizia, 2010/75 UE, del Parlamento e del Consiglio, più nota come “ Decreti salva Ilva “ specifica in più casi gli obblighi a cui lo Stato italiano dovrà attenersi.
1) Valutazione del danno sanitario
2) Ai fini del rilascio all’esercizio dello stabilimento, lo Stato deve sempre considerare tutte le sostanze nocive emesse dalla fabbrica.
3) Lo Stato, non può differire per molti anni il termine concesso al gestore dell’attività per adeguare l’attività industriale.
4) In presenza di pericolo grave, per l’integrità dell’ambiente e della salute, l’attività industriale deve essere sospesa.
Attendiamo di vedere come lo Stato italiano rispetterà gli obblighi, imperativi, stabiliti dall’Unione Europea. Le prescrizioni AIA ( Autorizzazione Integrata Ambientale ) datate 2011, sono state prorogate in maniera eccessiva, ben oltre il periodo concesso dalla direttiva “ IED 2010/75 “ inerente le emissioni industriali. In pratica è una sconfitta su tutti i fronti, dello Stato italiano e dei privati: Ilva Spa in Amministrazione Straordinaria, Acciaierie d’Italia Holding Spa e Acciaierie d’Italia Spa. In aggiunta a queste problematiche, la Guardia di Finanza di Bari, sta eseguendo nelle province di Taranto, Bari, Milano, Monza-Brianza e Modena, un decreto di perquisizione personale e locale, nei confronti di 10 persone, amministratori, procuratori, dipendenti e collaboratori pro tempore di Acciaierie d’Italia di Taranto, ora in amministrazione straordinaria, che gestisce la ex Ilva di Taranto. Truffa ai danni dello Stato, questo è il reato per cui sono stati indagati. Dall’indagine è emersa una artificiosa manipolazione dei dati riguardanti le emissioni di CO2, nell’anno 2022 e alla assegnazione di quelle a titolo gratuito per l’anno 2023, effettuate da Acciaierie d’Italia. Oltre ai falsi quantitativi di consumi di materie prime, fossile, gas, sono stati alterati i parametri di riferimento. Dichiara la Guardia di Finanza che, questi comportamenti avrebbero procurato un indebito profitto, non dovuto, per Acciaierie d’Italia. Fra gli indagati, figura anche l’ex Amministratore Delegato di AdI, Lucia Morselli, la stessa che ha fatto richiesta, rigettata, di 2 miliardi e 203 milioni di euro, per mancato preavviso. E in ultimo, ma non meno importante, si prospetta la cassa integrazione per 4.400 lavoratori dello stabilimento di Taranto. L’incontro fra sindacati ed i commissari di Acciaierie d’Italia, è stato insoddisfacente, secondo i sindacati, perché non si sono approfonditi i veri problemi, soldi e piano industriale. L’ex Ilva, a tutt’oggi, non ha ancora ricevuto i 320 milioni di euro, del prestito ponte che darà un po’ di ossigeno alle disastrate finanze dello stabilimento. L’incontro al Ministero del Lavoro, ha lasciato insoddisfatti i sindacati, a dirlo è Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia Fiom CGIL. Il crollo, catastrofico, della produzione industriale a 1,3 milioni di tonnellate, contro i 6 milioni di tonnellate previste, non soddisfa la quantità necessaria per il raggiungimento del “ Break Even Point “ Tutto questo aspettando gli indiani o gli ucraini che decidano cosa fare da grandi, acquistare o meno l’insieme di ferraglia arrugginita che, nella sua obsolescenza, ricorda i fasti di una epoca industriale ormai passata.

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