
di Annamaria Gargano
Le recenti elezioni per il Parlamento europeo hanno fornito risultati che richiedono un’attenta analisi. Innanzitutto, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggioranza degli elettori italiani non ha votato per Giorgia Meloni. Dei 47 milioni di aventi diritto al voto, meno di 7 milioni hanno scelto Meloni, che rappresenta solo il 14% della popolazione totale. Questo dato evidenzia come Meloni non goda del sostegno della maggioranza assoluta degli italiani. Il vero “vincitore” di queste elezioni è stato l’astensionismo. Con un’affluenza storicamente bassa, meno della metà degli elettori si è recata alle urne, segnando le elezioni europee con la più bassa partecipazione nella storia della Repubblica. Questo è un segnale preoccupante che indica una crescente disaffezione verso la politica. Quando i cittadini si sentono realmente rappresentati, tendono a votare, ma non è stato questo il caso. Inoltre, molte persone non hanno la concreta possibilità di esercitare il loro diritto di voto, come ad esempio i lavoratori fuori sede.
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, ha ottenuto il maggior numero di voti espressi, raggiungendo il 28,8%. Questo risultato era atteso, considerando che le ultime elezioni nazionali si sono svolte meno di due anni fa e che i cambiamenti nelle preferenze politiche avvengono solitamente in modo graduale.
Tuttavia, queste elezioni hanno riservato alcune sorprese a livello nazionale. In primo luogo, si è assistito all’ascesa del Partito Democratico guidato da Elly Schlein, che è passato dal 19% delle elezioni nazionali al 24% in queste elezioni europee. Questo incremento riduce la distanza con Fratelli d’Italia, ora separati da soli quattro punti percentuali, indicando una nuova polarizzazione politica in Italia su due schieramenti principali. In secondo luogo, il Movimento 5 Stelle ha subito un significativo calo di consensi, perdendo quasi cinque punti percentuali in due anni, segno di un evidente problema nella loro comunicazione e strategia di opposizione. Terzo, l’Alleanza Verdi-Sinistra ha compiuto un incredibile balzo in avanti, quasi raddoppiando i consensi dal 3,5% al 6,72% dunque la decisione di candidare Ilaria Salis si è rivelata vincente.
Questo risultato riflette una tendenza decisamente a sinistra tra i giovani elettori, con Fratelli d’Italia solo al quarto posto tra le preferenze giovanili, preceduto da PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. È evidente che, se fosse affidato ai giovani, il futuro politico dell’Italia sarebbe molto diverso.
Altre informazioni rilevanti emerse da queste elezioni includono il fallimento di Matteo Renzi e Carlo Calenda, i cui partiti non hanno superato la soglia del 4% e, di conseguenza, non entreranno nel Parlamento europeo. Stessa sorte è toccata alla lista Pace, Terra e Dignità, che non ha raggiunto il quorum necessario. La Lega di Matteo Salvini ha mantenuto più o meno gli stessi consensi, ma è stata superata da Forza Italia. Questo significa che i 76 seggi italiani nel Parlamento Europeo saranno assegnati in base a queste percentuali, in modo proporzionale.
Questi risultati italiani devono essere inseriti nel contesto più ampio dell’Unione Europea. Anche a livello europeo, il Parlamento ha subito una leggera virata a destra, ma gli equilibri complessivi non sono cambiati in modo significativo. Le elezioni europee hanno mostrato una politica frammentata e un’ampia disaffezione dei cittadini, evidenziando la necessità di un rinnovamento che possa riavvicinare gli elettori alle istituzioni democratiche.