Gli Stati Uniti sono sul punto di commettere un enorme errore strategico se non continuano a finanziare un accordo poco conosciuto ma di fondamentale importanza chiamato “Compacts of Free Association” (COFA). Il COFA è servito da decenni come base fondamentale per l’impegno degli Stati Uniti nel Pacifico e attraverso il Pacifico, ma con una potenziale decadenza di questo patto all’orizzonte. La Cina difatti, attende con impazienza di riempirne il vuoto. Le divisioni politiche degli Stati Uniti dunque, non solo minacciano la sospensione dei finanziamenti all’Ucraina o la chiusura del governo, ma mettono a rischio anche gli accordi del Compact of Free Association ( COFA ) che gli States mantengono con gli Stati Federati (FAS) di Micronesia, l’Isola Marshall e la Repubblica di Palau. In base agli accordi COFA, gli Stati Uniti forniscono assistenza finanziaria e in cambio esercitano diritti strategici di negazione, consentendo loro di bloccare l’ingresso degli eserciti di altri paesi nei territori dei paesi membri del PBP.
Divisioni politiche USA mettono a rischio anche gli accordi COFA nella regione del Pacifico
Il giugno 2024 dunque, segnerà il secondo anniversario dell’iniziativa Partners in the Blue Pacific (PBP), lanciata dagli Stati Uniti con altri quattro Stati membri (Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Regno Unito) e tre paesi partner (Corea del Sud , Francia e Germania). Eppure, il rinnovo degli accordi corrono il rischio di cadere vittima della politica del Congresso o dell’ignoranza sul ruolo significativo che svolgono nella competizione strategica. L’amministrazione Biden aveva spinto per includere i finanziamenti COFA nel National Defense Authorization Act, ma questi sono stati rimossi all’ultimo minuto. Ciò nonostante il forte sostegno del Dipartimento della Difesa, che vede il COFA come la spina dorsale della posizione di difesa degli Stati Uniti nel Pacifico. Sebbene il COFA possa essere incluso nel supplemento non ancora approvato, c’è poca trasparenza su se, dove e quando, questo finanziamento verrà approvato. Tuttavia, mentre il COFA viene sballottato da un veicolo di finanziamento all’altro, il tempo sull’influenza degli Stati Uniti nel Pacifico stringe. Per cercare di quantificare l’immenso valore strategico di questi accordi, si consideri uno scenario in cui la Cina sostituisca gli Stati Uniti nella FAS e stabilisca così una linea di controllo tra le Hawaii e il Sud-Est asiatico. Non solo un simile risultato richiederebbe un massiccio rafforzamento militare degli Stati Uniti per mantenere l’equilibrio strategico – probabilmente nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari – ma porrebbe anche la Cina direttamente nelle retrovie delle forze statunitensi e alleate in una contingenza di Taiwan o del Mar Cinese Meridionale. Inoltre, questo scenario isolerebbe l’Australia e la Nuova Zelanda dagli Stati Uniti. Confrontando questo con il costo relativamente basso di continuare a finanziare questi accordi – circa 360 milioni in totale all’anno – l’affare è chiaro. Per coloro che dubitano della capacità della Cina di sostituire rapidamente gli Stati Uniti nel Pacifico, abbiamo già un chiaro esempio. Il 15 gennaio di quest’anno, appena due giorni dopo le elezioni presidenziali di Taiwan, l’isola di Nauru nel Pacifico ha annunciato di aver trasferito il riconoscimento diplomatico da Taiwan alla Repubblica popolare cinese (RPC). Anche se questo potrebbe sembrare uno sviluppo minore sulla scena globale, si è trattato di una mossa deliberata per ottenere un punto d’appoggio influente nel mezzo del Pacifico. Il compenso pagato dalla RPC in cambio del riconoscimento – che si dice fosse di 100 milioni di dollari – è stato un messaggio tanto per la FAS (Stati Liberamente Associati), quanto per gli Stati Uniti. Siamo pronti e disposti a intervenire con finanziamenti se gli Stati Uniti e i loro alleati falliscono, sembra trasmettere la Repubblica Popolare Cinese.