Attilio Runello
Sulla edizione di Bari del quotidiano Repubblica è apparso in questi giorni un articolo sul caro affitti nella città.
Da un portale di una agenzia immobiliare si è estratto un avviso che pubblicizza un monolocale senza riscaldamento a quattrocento euro al mese.
La pagina di giornale è stata pubblicata su un social che ha registrato oltre 500 like e decine di interventi.
Negli interventi si parla della iniziativa di promuovere una protesta contro il caro affitti, a Bari e in altre città.
Gli interventi sembrano piuttosto pretestuosi.
Infatti è noto che una protesta non ha alcun effetto sul mercato che evidentemente in questo periodo porta in alto gli affitti, come per altro sta facendo con molti altri prodotti, a cominciare dalla spesa. Si chiama inflazione.
Ai proprietari dell’articolo sul giornale o della protesta interessa poco.
Interessa invece al governo, ai politici in generale. La protesta li può danneggiare oppure la possono cavalcare.
Una protesta c’era stata alcuni mesi fa. Quella con cui gli studenti fuori sede dormivano nelle tende.
A seguito di quelle proteste il governo si era impegnato a stanziare soldi.
Sono arrivati degli interventi volti a far capire che un proprietario di casa che affitta deve pagare le tasse, ha spese condominiali, non sempre gli inquilini pagano, spesso lasciano l’appartamento con dei danni e gli edifici vanno periodicamente riammodernati. E tutto ciò comporta spese.
Anche chi abita in casa di proprietà oggi ha spese non indifferenti.
Soprattutto ci sono stati interventi volti a informarsi sui contributi per il caro affitti dal comune o dall’Università. Infatti gli stanziamenti si concretizzano attraverso bandi delle istituzioni preposte.
Il comune li mette a disposizione ma non conosciamo le condizioni.
Gli interventi sembrano caduti nel vuoto.